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Trans-vaginal echographic approach to early pregnancy diagnosis in small ruminants
Aria, Giorgio
Shou, Zhang
Botta, Roberto
Giuliotti, Lorella
Rota, Alessandra
VET/08 - Clinica medica veterinaria
SUMMARY The A.A. relate about preliminary results from a total of 79 echographic sessions for transvaginal pregnancy diagnoses performed on adult pluriparous sheep (48) and goats (3), in late autumn 2004. Each female was subjected to: a) a simple trans-vaginal examination, b) a transvaginal examination with lifted abdomen and c) a classic trans-abdominal trans-cutaneous pregnancy diagnosis. In many cases a confirmatory echographic follow-up was repeated a week later or more. For trans-vaginal examinations a 5 MHz, lubricated, convex probe was inserted in the vaginal cavity of the sheep, held in a standing position, and the results were always compared with those obtained by trans-cutaneous examination, in the sitting constrained animal (Tab. Ia and Ib). At first TVAL, on the 51 examined animals 28 resulted pregnant; 18 notpregnant (two with pathologic uterine collections) and 5 dubious. In spite of our still limited experience, the method including abdominal lifting resulted rapid, early, safe, reliable and easy, therefore the main target of this preliminary note has been to highlight the possibility of checking early pregnancies in small ruminants by TVAL. Smaller echographic probes and more on field experiences are still required for better evaluation of the method and for its extension to younger nulliparous ewe-lambs. RIASSUNTO Gli autori riferiscono i risultati ottenuti nel corso di 79 esperienze di diagnosi di gravidanza ecografica per via trans-vaginale effettuate nell’autunno 2004 su 51 soggetti (48 pecore e 3 capre adulte e pluripare) mediante una sonda convessa da 5 MHz. La tecnica per via vaginale applicata in soggetti mantenuti in stazione quadrupedale, è risultata più semplice e veloce di quella trans-addominale ed igienicamente più accettabile di quella trans-rettale. Qualche difficoltà diagnostica si è osservata in condizioni di gravidanza avanzata o di rilassamento legamentoso dell’utero, connesso all’età ed alla carriera riproduttiva del soggetto, per cui, nei casi in prima istanza negativi, è apparso sempre indispensabile il ricorso al sollevamento della parete addominale.
2004
Article
NonPeerReviewed
application/pdf
it
http://eprints.adm.unipi.it/15/1/35.pdf
Aria, Giorgio and Shou, Zhang and Botta, Roberto and Giuliotti, Lorella and Rota, Alessandra (2004) Trans-vaginal echographic approach to early pregnancy diagnosis in small ruminants. Annali della Facoltà di Medicina veterinaria, LVII/2 . pp. 35-42. ISSN 0365-4729
http://www.biblio.vet.unipi.it/annali2004/35.pdf
oai:eprints.adm.unipi.it:17
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Anagrafe canina in Toscana in Toscana. Nuove norme
Biagi, Giulia
Nannipieri, Sandra
Marzotto, Gianpaolo
Signorini, Giancarlo
VET/08 - Clinica medica veterinaria
RIASSUNTO Gli autori esaminano la Legge Regionale Toscana n. 41/2002 sull’anagrafe canina, valutando le novità rispetto alla normativa precedente. Gli elementi maggiormente innovativi sono rappresentati dall’iscrizione entro i sessanta giorni di vita e l’identificazione nei trenta giorni successivi, insieme al divieto di soppressione esteso anche agli animali di proprietà. Per quanto riguarda le colonie feline è stato introdotto l’obbligo per i Comuni di partecipare alle spese di mantenimento. SUMMARY The Authors examine the Tuscany Regional Rule on canine registry; they value the changes as to previous rules. The changes are the registration within sixty days old, the identification in subsequent thirty days and no suppression extended to property animals. As for feline colonies, the Communes must share the maintenance expenses.
2004
Article
NonPeerReviewed
application/pdf
it
http://eprints.adm.unipi.it/17/1/43.pdf
Biagi, Giulia and Nannipieri, Sandra and Marzotto, Gianpaolo and Signorini, Giancarlo (2004) Anagrafe canina in Toscana in Toscana. Nuove norme. Annali della Facoltà di Medicina veterinaria, LVII/2 . pp. 43-58. ISSN 0365-4729
http://www.biblio.vet.unipi.it/annali2004/43.pdf
oai:eprints.adm.unipi.it:19
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Esperienza personale su interventi di “tibial plateau levelling osteotomy” per la stabilizzazione del ginocchio con deficienza del legamento crociato anteriore nel cane
Modenato, Mario
Borghetti, Luciano
Romeo, Teresa
Balladori, Consuelo
Perri, Alessandra
VET/08 - Clinica medica veterinaria
RIASSUNTO La rottura del legamento crociato anteriore rappresenta una delle patologie ortopediche di più frequente riscontro clinico nella specie canina. Ne risultano affetti, in particolare, cani di taglia da medio-grande a gigante, soggetti in sovrappeso oppure molto attivi. Poiché la rottura del legamento crociato anteriore esita in un processo osteoartrosico ad evoluzione progressiva, numerosi sono stati gli studi in merito ad eziopatogenesi e possibili risoluzioni chirurgiche di quest’affezione concretizzatesi, queste ultime, in proposte di tecniche di stabilizzazione del ginocchio intra ed extracapsulari. Barclay Slocum ha sviluppato un modello biomeccanico articolare grazie al quale è stata chiarita la patogenesi del meccanismo di distorsione e di rottura del legamento crociato anteriore. La comprensione della biomeccanica del ginocchio ha, quindi, mostrato come il livellamento dell’inclinazione del plateau tibiale permetta di ristabilire l’equilibrio delle forze agenti sull’articolazione e di neutralizzare la spinta craniale della tibia, spesso responsabili del cedimento sia del legamento stesso, sia delle tecniche tradizionali realizzate per la sua ricostruzione. Gli Autori descrivono l’applicazione dell’osteotomia livellante del plateau tibiale in 16 cani, commentando i risultati ottenuti, giudicati positivi in quanto la tecnica ha permesso un arresto od un rallentamento dell’evoluzione artrosica, nonché una buona ripresa funzionale dell’arto operato, e le eventuali complicazioni postoperatorie. SUMMARY Cranial cruciate ligament injuries are one of the most common orthopaedic diseases in dogs. This lesion is described, particularly, in medium-large and giant breeds, in very active and in overweight dogs. As cranial cruciate ligament injury leads to progressive osteoarthritis and deterioration of limb function over time, many studies have been developed about pathogenesis and the possible surgical resolution of these lesions, suggesting two main types of reconstructive techniques, whose aim is stifle stabilization: intra-articular and extra-articular techniques. Barclay Slocum developed a biomechanical articular model that shows the mechanism throught which cranial cruciate ligament leads to distorsion and rupture. Stifle biomechanic understanding then explain how levelling the tibial plateau slope can restore knee biomechanical balance and neutralize the cranial tibial thrust, often responsibles of failure of both the cranial cruciate ligament itself and its reconstruction with traditional techniques. The Authors describes the application of the tibial plateau levelling osteotomy in 16 dogs different for breed, sex and weight, with partial or total cranial cruciate ligament lesions. In this review they comment the obtained results, considered as positive ones; tibial plateau levelling osteotomy, infact, allowed an arrest or a slowing of the arthrosic development, as well as a complete restore of limb function. The described technique showed to have poor postoperative complications.
2004
Article
NonPeerReviewed
application/pdf
it
http://eprints.adm.unipi.it/19/1/59.pdf
Modenato, Mario and Borghetti, Luciano and Romeo, Teresa and Balladori, Consuelo and Perri, Alessandra (2004) Esperienza personale su interventi di “tibial plateau levelling osteotomy” per la stabilizzazione del ginocchio con deficienza del legamento crociato anteriore nel cane. Annali della Facoltà di Medicina veterinaria, LVII/2 . pp. 59-66. ISSN 0365-4729
http://www.biblio.vet.unipi.it/annali2004/59.pdf
oai:eprints.adm.unipi.it:20
2010-12-20T11:21:34Z
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Il prolasso della ghiandola della terza palpebra nel cane: esperienza personale sul riposizionamento chirurgico con “tecnica di Morgan”
Barsotti, Giovanni
Di Gregoli, Enza
Balistreri, Claudio
VET/08 - Clinica medica veterinaria
RIASSUNTO Le tecniche chirurgiche, riportate in letteratura, per il riposizionamento della ghiandola della terza palpebra prolassata nel cane, sono numerose ed ognuna presenta sia vantaggi che svantaggi. Lo scopo di questo lavoro è quello di valutare i risultati ottenuti per il trattamento di questa patologia, utilizzando come tecnica chirurgica la “Tasca di Morgan”. Sono stati esaminati 24 soggetti (11 femmine e 13 maschi) di differente razza ed età. 16 ghiandole prolassate (13 cani) sono state trattate con questa tecnica, utilizzando come materiale da sutura polydioxanone 5-0. Questa procedura di riposizionamento ci ha permesso di ottenere dei buoni risultati estetici ed un basso tasso di recidiva (2 casi). L’acquisizione di una buona dimestichezza del chirurgo con tale metodica è un fattore essenziale per ridurre le possibili recidive e garantire un buon risultato estetico. SUMMARY The objective of the present study is to evaluate the “Morgan pocket technique” for repositioning the prolapsed nictitating membrane gland in dogs. 24 dogs of different sex (11 females and 13 males), age and breed were presented for the prolapse of the nictitating membrane gland. These animals ranged in age from 2 to 60 months, with an average age of 9 months. The dog breeds were: Cane Corso (3 cases), English Bulldog (3), Rottweiler (2), Great Dane (2); Beagle (2), Boxer (2), Doberman Pinscher (1), Neapolitan Mastiff (1), Bracco Italiano (1), Pointer (1), Cavalier King Charles Spaniel (1), Epagneul Breton (1), Segugio Maremmano (1), Setter Gordon (1), crossbreed (2). All animals underwent a thorough ophthalmologic examination. Prolapse of the gland was bilateral in 4 subjects. 16 prolapsed glands (13 dogs) were treated with “Morgan pocket technique”: parallel incisions were made into the posterior conjunctiva dorsal and ventral to the prolapsed gland, the gland was reduced into the pocket and the pocket was closed with a simple continuous suture of 5-0 polydioxanon, securing the knot on the anterior surface. Using this repositioning tecnique, satistactory cosmetic results were obtained and reprolapse rate was low (2 cases). “Morgan pocket technique” is easy to learn but the best success rate with this procedure comes with experience.
2004
Article
NonPeerReviewed
application/pdf
it
http://eprints.adm.unipi.it/20/1/67.pdf
Barsotti, Giovanni and Di Gregoli, Enza and Balistreri, Claudio (2004) Il prolasso della ghiandola della terza palpebra nel cane: esperienza personale sul riposizionamento chirurgico con “tecnica di Morgan”. Annali della Facoltà di Medicina veterinaria, LVII/2 . pp. 67-74. ISSN 0365-4729
http://www.biblio.vet.unipi.it/annali2004/67.pdf
oai:eprints.adm.unipi.it:22
2010-12-20T11:21:43Z
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Infusione continua di detomidina durante chirurgia laparoscopica nel cavallo
Melanie, Pierre
Briganti, Angela
Tofanelli, Federico
Leonardi, Lara
Bianchi, Elena
VET/08 - Clinica medica veterinaria
RIASSUNTO L’anestesia in stazione quadrupedale è una pratica che permette l’esecuzione di diverse manualità mediche e chirurgiche nel cavallo, senza dover sottoporre il soggetto ai maggiori pericoli di un’anestesia generale. Questa tecnica anestesiologica prevede l’impiego di sedativi in associazione con una tecnica analgesica (somministrazione sistemica, anestesia loco-regionale) qualora la manualità da eseguire comporti l’insorgenza di uno stimolo dolorifico. La laparoscopia prevede l’inserimento intraddominale dei trocar e dello strumentario necessario per eseguire la tecnica. Per evitare danni agli organi da parte dello strumentario in addome, il soggetto deve mantenere una posizione adeguata e non deve effettuare movimenti bruschi. Nello studio è stato formulato un protocollo che ha previsto la sedazione del soggetto mediante la somministrazione di detomidina in associazione con buprenorfina per via endovenosa ed anestesia loco-regionale della porzione interessata dalla chirurgia mediante lidocaina. Per il mantenimento è stata attuata l’infusione endovenosa continua di detomidina con lo scopo di ottenere un livello di sedazione costante nel tempo ed adeguato alla manualità. Infatti la somministrazione di un farmaco per via endovenosa continua permette di variare più rapidamente il livello ematico di questo e, conseguentemente, di poterne modulare gli effetti. La detomidina è un farmaco che produce un accumulo nell’organismo, per cui è stato adottato un protocollo che prevede il dimezzamento il dosaggio dell’infusione ogni quindici minuti. L’impiego di questo protocollo anestesiologico ha permesso di effettuare la procedura laparoscopica senza difficoltà da parte del chirurgo. Il piano analgesico ottenuto è risultato efficace ed adeguato per lo svolgimento della manualità chirurgica. A fine intervento tutti i soggetti hanno ripreso la capacità di deambulare in breve tempo, non presentando complicazioni. SUMMARY Standing horse anesthesia is a practice that allows the execution of medical and surgical techniques, without applying to general anesthesia that is a very stressful and more dangerous event for a horse. In this kind of anesthesia, sedatives are employed in association with an analgesic technique (sistemic analgesia or loco-regional anesthesia) when the practice is supposed to be painful. The abdominal introduction of trocars and of laparoscopic tools is necessary in order to perfom a laparoscopic surgery; for this reason the patient is expected to stand motionless and it is important that it does not make roguh movements during the procedure. The wording of the anesthesia protocol for this study implied the use of detomidine for sedation in association with intravenous buprenorphine as analgesic and loco-regional anesthesia with lidocaine of the surgical area. For the maintenance, detomidine by intravenous continuous infusion was employed with the purpose to obtain a constat sedation level and adequate to the procedure. In fact the constant infusion of drugs permits to change blood concentration more rapidly and consequently it is possible to easily modulate the effects of drugs. Detomidine is a sedative that can accumulate in the organism, so the anesthestic protocol foresaw to halve the dosage every fifteen minutes. This anesthetic protocol provided a good sedation and the laparoscopic technique was performed without problems. The obtained analgesic plan resulted efficacious and adequate for the course of the surgery. At the end of the procedure all the subjects were able rapidly to walk and did not present complications.
2004
Article
NonPeerReviewed
application/pdf
it
http://eprints.adm.unipi.it/22/1/115.pdf
Melanie, Pierre and Briganti, Angela and Tofanelli, Federico and Leonardi, Lara and Bianchi, Elena (2004) Infusione continua di detomidina durante chirurgia laparoscopica nel cavallo. Annali della Facoltà di Medicina veterinaria, LVII/2 . pp. 115-120. ISSN 0365-4729
http://www.biblio.vet.unipi.it/annali2004/115.pdf
oai:eprints.adm.unipi.it:23
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Correlazione tra ecogenicità del parenchima renale ed istopatologia nella specie canina: studio retrospettivo di 27 casi
Citi, Simonetta
Della Santa, Daniele
Pesciarelli, Monica
Guidi, Grazia
Verin, Ranieri
VET/08 - Clinica medica veterinaria
RIASSUNTO Le alterazioni a carico dei reni sono da sempre oggetto di studio per la frequenza dei riscontri, nei nostri animali, di patologie renali, soprattutto nei pazienti anziani. La visualizzazione ecografica dei reni ne permette la valutazione morfologica ed ecostrutturale: è quindi di valido aiuto a tutti quegli esami, ematici ed urinari, necessari per stabilirne la funzionalità. Quando vengono rilevate ecograficamente delle lesioni focali, l’indirizzo diagnostico, o comunque le varie ipotesi di diagnosi differenziale, risulta abbastanza semplice in quanto i rilievi ecografici sono di solito caratteristici. Questo però non avviene nelle patologie di tipi infiammatorioinfiltrativo, dove spesso non abbiamo che una variazione dell’ecogenicità del parenchima a carico della sola corticale. Scopo del nostro lavoro è quello di valutare la nostra capacità nel formulare un indirizzo diagnostico della patologia renale attraverso la visualizzazione ecografica, comparando le immagini da noi ottenute con un esame istologico di un campione del rene. Sulla base di un protocollo standard sono stati valutati i diversi parametri utilizzati nell’esame ecografico e messi in rapporto con l’anatomia strutturale microscopica. In base ai nostri risultati si è evidenziato come, in caso di alterazioni diffuse, l’ecografia può generare confusione poiché spesso a quadri ecografici molto simili corrispondono patologie diverse, e viceversa. Inoltre si è evidenziato come vi sia correlazione minore tra la gravità dei reperti ecografici e le lesioni glomerulari rispetto alle lesioni interstiziali. SUMMARY Because of high incidence of renal disease in companion animals, with particular reference to aged patient, renal alterations have been investigated since the advent of modern veterinary medicine. Ultrasonographic imaging of the kidney allows its morphologic and structural evaluation, giving a precious aid to clinical pathology studies in the assessment of renal function. In the presence of focal lesions, the diagnosis is relatively simple, since the ultrasonographic pattern is usually peculiar. On the other hand, in generalized inflammatory lesions the only sign is an alteration in echogenicity of the renal cortex. Aim of the study reported here is to compare our ultrasonographic diagnosis of the renal disease with renal histology. It was concluded that ultrasonography can be misleading, because similar ultrasonographic images can be seen with different disease. The reverse is also true. Furthemore, a minor degree of correlation between severity of disease and ultrasonographic alteration in glomerular versus interstitial lesions was shown.
2004
Article
NonPeerReviewed
application/pdf
it
http://eprints.adm.unipi.it/23/1/75.pdf
Citi, Simonetta and Della Santa, Daniele and Pesciarelli, Monica and Guidi, Grazia and Verin, Ranieri (2004) Correlazione tra ecogenicità del parenchima renale ed istopatologia nella specie canina: studio retrospettivo di 27 casi. Annali della Facoltà di Medicina veterinaria, LVII/2 . pp. 75-86. ISSN 0365-4729
http://www.biblio.vet.unipi.it/annali2004/75.pdf
oai:eprints.adm.unipi.it:24
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Utilità dell’esame ecografico addominale nell’iter diagnostico del versamento peritoneale nel cane
Della Santa, Daniele
Citi, Simonetta
Naclerio, Valentino
VET/08 - Clinica medica veterinaria
RIASSUNTO Il versamento addominale è l’accumulo patologico di liquido libero in cavità peritoneale. L’esame ultrasonografico dell’addome è un test diagnostico comunemente disponibile, non invasivo, né doloroso che consente una completa esplorazione della cavità peritoneale. L’obiettivo di questo studio è di valutare le informazioni ottenibili dall’esame ecografico addominale, in quali scenari clinici questo si riveli più utile ed in quali viceversa il suo valore sia più limitato. In questo studio retrospettivo i rilievi ecografici riscontrati in cani con versamento addominale sono stati confrontati con l’origine e la natura del versamento stesso allo scopo di valutarne la validità diagnostica. L’ecografia addominale è risultata particolarmente utile in caso di lesioni occupanti spazio, che possono essere facilmente evidenziate e studiate. Allo stesso modo, in caso di sospetta insufficienza cardiaca congestizia destra, consente la valutazione delle dimensioni e della vascolarizzazione epatica allo scopo di evidenziare un’eventuale congestione sistemica e quindi confermare l’eziologia del versamento. L’ecografia costituisce anche la metodica di prima scelta in caso di sospetto shunt porto-sistemico. In alcune situazioni cliniche quali epatopatie e nefropatie non neoplastiche, deficit coagulativi, l’ecografia, consentendo solo lo studio morfologico e non funzionale dei diversi organi, può suggerire la presenza di una patologia potenzialmente responsabile del versamento addominale, ma la conferma di tale ipotesi richiede l’esecuzione di ulteriori test diagnostici e/o laboratoristici. In caso di pioperitoneo l’ecografia può essere di scarso ausilio al fine di determinarne l’origine. SUMMARY Abdominal effusion is the pathologic accumulation of free fluid in the peritoneal cavity. Abdominal ultrasonography is a diagnostic test readily available, non invasive neither painful, allowing detailed exploration of the peritoneal cavity. The aim of this study is to evaluate the information that can be obtained with an ultrasonographic study of the abdomen, in which clinical scenarios it is more valuable and in which ones its diagnostic value is more limited. In this retrospective study ultrasonographic findings detected in dogs with peritoneal effusion have been compared with the origin and nature of the effusion in order to assess their diagnostic value. Abdominal ultrasonography proved to be very useful for diagnosing space-occupying lesions that can be easily detected and studied. When right-sided congestive heart failure was suspected, it allows evaluation of liver size and vascularization in order to detect systemic congestion and then confirm the origin of the effusion. Ultrasonography is a very useful test for the diagnosis of porto-systemic shunts. In some instances, such as non-neoplastic hepatopathies or nephropathies and coagulation disorders, ultrasonography, allowing only a morphologic and not a functional assessment of abdominal organs, can suggest the presence of a disease potentially responsible of the abdominal effusion, but to confirm such hypothesis further diagnostic work-up is mandatory. In case of pyoperitoneum abdominal ultrasonography proved to have a limited value in detecting its origin.
2004
Article
NonPeerReviewed
application/pdf
it
http://eprints.adm.unipi.it/24/1/87.pdf
Della Santa, Daniele and Citi, Simonetta and Naclerio, Valentino (2004) Utilità dell’esame ecografico addominale nell’iter diagnostico del versamento peritoneale nel cane. Annali della Facoltà di Medicina veterinaria, LVII/2 . pp. 87-96. ISSN 0365-4729
http://www.biblio.vet.unipi.it/annali2004/87.pdf
oai:eprints.adm.unipi.it:25
2010-12-20T11:23:22Z
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Tecnica e prospettive di utilizzo della citometria a flusso per la tipizzazione linfocitaria del liquido sinoviale di cane
Marchetti, Veronica
Sbrana, Silvia
Modenato, Mario
Isola, Patrizia
Pistello, Mauro
Luchetti, Elena
Cardini, Giovanni
VET/08 - Clinica medica veterinaria
RIASSUNTO L’utilizzo della citometria a flusso, o fluorimetria, per l’immunofenotipizzazione linfocitaria è una metodica in uso in medicina umana soprattutto nel settore reumatologico, dove riveste un’importanza notevole nella comprensione dei meccanismi degenerativi cartilaginei in corso di artrite reumatoide, mentre è poco utilizzata nella più comune artrosi. In medicina veterinaria la tecnica non è a tutt’oggi utilizzata nella diagnostica collaterale dei problemi ortopedici e reumatologici. Sono disponibili solo due segnalazioni di lavori sperimentali in argomento. Sono state fatte numerose prove su campioni di liquido sinoviale di cane, prelevato sia durante la visita clinica che in sede intraoperatoria, in corso di patologie articolari diverse. Il liquido è stato sottoposto a conta cellulare con contaglobuli elettronico; per essere processato a tal fine e per l’analisi citofluorimetrica, è stato sottoposto a pretrattamento con jaluronidasi. La componente cellulare mononucleata è stata quindi separata e concentrata mediante centrifugazione in gradiente di densità su LymphoprepTM (Ficoll-Isopaque) e studiata con citofluorimetro. Contemporaneamente l’immunofenotipizzazione linfocitaria è stata condotta anche su un campione di sangue periferico. Prove successive finalizzate a rendere il campione un fluido acquoso hanno permesso di evidenziare l’assoluta necessità di pretrattare il campione con 2 gocce di jaluronidasi alla concentrazione di 150UI/ml per 0,25 cc di liquido sinoviale. La quantità di liquido prelevabile è in generale scarsa nei fatti degenerativi cronici, più abbondante nei fenomeni infiammatori acuti, e questo può rappresentare un limite nell’applicazione di questa metodica nella pratica clinica. Per ottenere una buona lettura è necessario avere infatti almeno 1cc di liquido articolare e/o almeno 1000 cellule/μl. La distribuzione delle sottopopolazioni linfocitarie CD3+ e CD21+, ed in particolare del rapporto fra i linfociti CD4+ e CD8+ nel liquido sinoviale e nel sangue, si presenta indicativamente diversa nei fenomeni prevalentemente degenerativi rispetto a quelli squisitamente infiammatori. La tipizzazione linfocitaria nel liquido sinoviale del cane può aprire la strada ad ulteriori indagini per studiare più a fondo i meccanismi eziopatogenetici alla base della condrodegenerazione e della risposta locale e sistemica nei fenomeni osteoartritici e immunitari, oltreché fornire una ausilio nell’individuazione e nel monitoraggio delle terapie. SUMMARY The use of flow cytometry, also called cytofluorimetry, for lymphocyte immunophenotyping is a technique adopted in uman medicine, especially in the rheumatoid field, where is of paramount importance to understand the cartilage degenerative mechanisms during rheumatoid arthritis, while is less used in degenerative joint disease. Till now in veterinary medicine this technique is not included in the ancillary diagnostic methods for orthopaedic and rheumatologic problems. To date only two papers are available about its experimental use. Several tests were done on canine synovial fluid samples, collected during the clinical examination or intraoperatively, in subjects with different joint diseases. The synovial fluid was submit for total cell count with electronic cell-counter; for this purpose and for cytofluorimetric examination too was pre-treated with jaluronidasis. The mononuclear cell phase was then separated and concentrated by centrifugation on LymphoprepTM (Ficoll-Isopaque) and studied with cytofluorimetry. In the mean time the lymphocyte immunophenotyping was performed also on a peripheral blood sample. Further tests aimed to transform the sample in an aqueous fluid has shown the absolute necessity to pre-treat the sample with two drops of jaluronidasis 150 UI/ml in 0,25 cc of synovial fluid. In chronic degenerative joint disease only few drops of synovial fluid can be collected from joints, while more abundant quantities could came from acute inflammatory cases, and this could represent a limit for the applications of the technique in the clinical practice. To perform a good examination we need at least 1cc of synovial fluid and/or at least 1000 cells/μl. Lymphocyte CD3+ and CD21+ subpopulation distribution, and especially CD4+/CD8+ ratio in blood and synovial fluid, shows differences in prevalently degenerative and mainly inflammatory phenomena. The lymphocyte immunophenotyping of canine synovial fluid can represent an alternative instrument to deeply analyze the aetiopathogenetic mechanisms settled at the basis of chondrodegeneration and of the local and systemic response to osteoarthritic and immunological phenomena, and to help in therapeutic choice and monitoring.
2004
Article
NonPeerReviewed
application/pdf
it
http://eprints.adm.unipi.it/25/1/97.pdf
Marchetti, Veronica and Sbrana, Silvia and Modenato, Mario and Isola, Patrizia and Pistello, Mauro and Luchetti, Elena and Cardini, Giovanni (2004) Tecnica e prospettive di utilizzo della citometria a flusso per la tipizzazione linfocitaria del liquido sinoviale di cane. Annali della Facoltà di Medicina veterinaria, LVII/2 . pp. 97-106. ISSN 0365-4729
http://www.biblio.vet.unipi.it/annali2004/97.pdf
oai:eprints.adm.unipi.it:26
2010-12-20T11:21:10Z
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Condotta anestesiologica in un soggetto con eritrocitosi
Melanie, Pierre
Briganti, Angela
Bianchi, Elena
Leonardi, Lara
Breghi, Gloria
VET/08 - Clinica medica veterinaria
RIASSUNTO Il caso clinico oggetto di questo lavoro prende in considerazione l’anestesia effettuata in un soggetto che presentava eritrocitosi (ematocrito pari al 72%), afferito alla clinica per effettuare un’indagine diagnostica. L’aumento dell’ematocrito, entro alcuni limiti, permette un maggiore scambio di gas a livello polmonare e comporta un’aumentata gittata cardiaca, nonostante un concomitante incremento delle resistenze periferiche e del postcarico. Nel caso in cui l’aumento della viscosità ematica risulti essere eccessivo, oltre a provocare un notevole sforzo cardiaco, è anche in grado di diminuire la perfusione tissutale. Nella formulazione di un protocollo anestesiologico per un soggetto in questa situazione, occorre tenere in considerazione il potenziale scompenso a carico del sistema cardiocircolatorio. Per limitare l’insorgenza di dette complicazioni è stata messa in atto la tecnica di emodiluizione normovolemica, al fine di diminuire l’ematocrito del paziente e di conseguenza la viscosità ematica, pur mantenendo costante la volemia. Il risultato atteso è quello di migliorare la perfusione tissutale ed alleggerire lo sforzo cardiaco. La formula impiegata per il calcolo del volume ematico da prelevare non ha consentito di raggiungere il livello di diluizione prefissato. La diminuzione dell’ematocrito comunque ottenuta in fase di premedicazione ha permesso di migliorare le condizioni cliniche del paziente. Il monitoraggio dei parametri vitali durante l’anestesia ha testimoniato una considerevole stabilità degli apparati cardiocircolatorio e respiratorio, senza l’insorgenza delle complicazioni paventate. Inoltre al termine della procedura il soggetto ha avuto un risveglio rapido e tranquillo. La formulazione del protocollo anestesiologico non si è limitata esclusivamente alla scelta dei farmaci più adeguati, bensì ha preso in considerazione l’applicazione di una procedura volta a tamponare il disequilibrio in atto, creando i migliori presupposti per affrontare l’anestesia. SUMMARY This work is a clinical case report aout the anesthesia management of a patient presented erythrocytosis (hematocrit 72%) referred to the stucture for diagnostic exams. Within some limits, the hematocrit rise is responsible of greater pulmonary gas exchanges and increased cardiac output, in spite of raising in vascular resistances and afterload increment. Extreme blood viscosity provokes reduction in tissue perfusion and can be responsible of a remarkable cardiac work. When wording an anesthesiology protocol for a patient with this kind of problem, it is necessary to consider the potential hemodinamic insufficiency that can turn up. For limiting the onset of this complications, we adopted normovolemic hemodilution techinc, with the aim of diminishing patient hematocrit and blood viscosity, mantaining a constant blood volume at the same time. This techinc allows to increase tissue perfusion and ease the cardiac effort. The system employed for calcutaing the blood volume to take from the dog did not enable to attain the established hemodilution level. Anyway the reduction of hematocrit, obtained in premedication period, provided better condition for the patient. The monitoring of cardiovascular and resporatory parameters during anesthesia showed a stable trend without the arising of complicarions. Moreover, at the end of the procedure, the patient had a rapid and quite recovery from anesthesia. The wording of this anesthesia protocol did not consider only the choice of appropriate drugs, but pondered even the employement of a procedure for limiting the existing imbalance, this with the purpose of facing the anesthesia in the better conditions.
2004
Article
NonPeerReviewed
application/pdf
it
http://eprints.adm.unipi.it/26/1/107.pdf
Melanie, Pierre and Briganti, Angela and Bianchi, Elena and Leonardi, Lara and Breghi, Gloria (2004) Condotta anestesiologica in un soggetto con eritrocitosi. Annali della Facoltà di Medicina veterinaria, LVII/2 . pp. 107-114. ISSN 0365-4729
http://www.biblio.vet.unipi.it/annali2004/107.pdf
oai:eprints.adm.unipi.it:27
2010-12-20T11:21:17Z
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Su di un caso di schwannoma di grandi dimensioni nel cane
Vannozzi, Iacopo
Baio, Alessia
Donati, Gloria
Poli, Alessandro
Carlucci, Fabio
VET/08 - Clinica medica veterinaria
RIASSUNTO Gli schwannomi sono neoplasie benigne o maligne delle guaine nervose: la loro sintomatologia è correlata alle dimensioni e quindi all’effetto compressivo esercitato dal tumore sul nervo stesso. In genere originano da un plesso nervoso o da un ganglio, diffondendosi lungo il decorso del nervo. Colpiscono prevalentemente le radici dei nervi spinali nel tratto cervicale inferiore e toracico superiore, oltre ai nervi che originano dal plesso brachiale. Più raramente può essere interessata la porzione distale dei nervi periferici. La neoplasia si osserva con maggiore frequenza in soggetti in età avanzata. Lo scopo del presente lavoro è descrivere un caso di schwannoma di elevate dimensioni localizzato sulla regione dell’anca destra di un cane che presentava come unico disturbo un’alterata deambulazione. Una volta eseguiti gli esami diagnostici necessari si è proceduto all’exeresi della neoformazione e, sulla base del referto istopatologico, si è potuta formulare la diagnosi di “Schwannoma maligno mixoide”. I controlli post-operatori, condotti fino a 9 mesi dopo l’intervento, non hanno rilevato recidive della lesione. SUMMARY Schwannomas are classified as benign or malignant tumors of peripheral nerve’s sheath, with symtomatology depending by the compressive effect of tumor size. They usually arise from nervous plexus or from a ganglio, developing along the course of a nerve. These tumors often affect the spinal nerve’s roots in the lower cervical and superior thoracic length and the nerves originating from the brachial plexus, while rarely affect the distal portion of peripheral and/or cranial nerves. Dogs bearing nerve sheath tumors are middle aged or older. The purpose of the present study was to describe an anomalous case of large schwannoma located on the right haunch’s region of a three years old maremman shepherd dog, examinated in Clinical Veterinary Department on May 2004. The only clynical syntom detectable was a distorted deambulation, ascribable to the mass’s weight. After a careful clinical check-up and routine diagnostics procedures, an echographyc examination of the mass showed the presence of cystic formation with a corpuscular content, mixed to solid areas. The tumor was surgically removed and submitted to a histologic exam. It was diagnosed as a “malignant myxoid schwannoma”. A 9-month clinical follow-up demonstrated the absence of tumour recurrence.
2004
Article
NonPeerReviewed
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it
http://eprints.adm.unipi.it/27/1/121.pdf
Vannozzi, Iacopo and Baio, Alessia and Donati, Gloria and Poli, Alessandro and Carlucci, Fabio (2004) Su di un caso di schwannoma di grandi dimensioni nel cane. Annali della Facoltà di Medicina veterinaria, LVII/2 . pp. 121-128. ISSN 0365-4729
http://www.biblio.vet.unipi.it/annali2004/121.pdf
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Epifisiodesi temporanea anteriore del plateau tibiale: una possibile soluzione nella rottura del legamento crociato anteriore in cani in accrescimento
Ballatori, Consuelo
Modenato, Mario
Romeo, Teresa
Marchetti, Veronica
Citi, Simonetta
VET/08 - Clinica medica veterinaria
RIASSUNTO Le lesioni del legamento crociato anteriore rappresentano una delle patologie ortopediche più comuni nel cane adulto. L’eziopatogenesi è sempre traumatica, essendo non spesso riferibile a processi degenerativi a carico del legamento, esito di stress cronici conseguenti all’azione della spinta craniale della tibia per effetto del carico ponderale. Nel cucciolo questa patologia è segnalata con minor frequenza, presentandosi tipicamente in forma di avulsione del legamento a livello della sua inserzione tibiale. A differenza del cane adulto, inoltre, questa affezione legamentosa è generalmente di natura traumatica e monolaterale. Qualunque sia l’eziopatogenesi delle lesioni del legamento crociato anteriore, l’intervento chirurgico di stabilizzazione dell’articolazione deve essere effettuato il prima possibile, proponendosi il rallentamento dell’insorgenza e dell’eventuale progressione dei fenomeni osteoartrosici, in particolare nei soggetti in accrescimento. Gli Autori descrivono l’esperienza personale in due cuccioli, di 6 e 5 mesi di età, affetti da rottura traumatica del legamento crociato anteriore e trattati con epifisiodesi anteriore del plateau tibiale. Un soggetto, a seguito della stabilizzazione chirurgica ha presentato un recupero funzionale completo dell’arto operato, come dimostrato dal follow up a distanza di 8 mesi dalla chirurgia. Il secondo cucciolo è stato ripresentato alla visita clinica a distanza di due mesi dall’epifisiodesi, quando ormai il plateau tibiale aveva raggiunto un’inclinazione di 4°, con deviazione in valgo dell’arto. Si è quindi proceduto alla rimozione della vite, con buona ripresa postoperatoria del soggetto, nonostante la persistenza di una saltuaria zoppia di 1° grado. La tecnica decritta ha offerto risultati interessanti, ed ha messo in luce alcune problematiche rappresentate da tempi ridotti di applicabilità della procedura chirurgica e dalla necessità di rimuovere tempestivamente l’interferenza, dovendo intervenire su soggetti ancora in attiva fase d’accrescimento. SUMMARY Cranial cruciate ligament ruptures are one of the most common orthopaedic injury in adult dog. The most frequent cause of cranial cruciate ligament ruptures is, rather than acute trauma, a progressive degeneration consequentely to the intermittent stress of the cranial tibial thrust, elicited by the weight bearing. Cruciate ligament disease is uncommon in puppies, where is usually associated with traumatic injury and avulsion of the cranial cruciate ligament from its tibial site of attachment. Surgery should be performed in a very short time, in order to slow and prevent degenerative joint diseases, particularly in younger dogs. The Authors report their clinical experience about 2 puppies affected by traumatic cranial cruciate ligament injury, 6 and 5 months old respectively, treated with cranial epiphysiodesis of the tibial plateau. One dog had a successful recovery in a short time after joint stabilization, as observed at an 8 months follow up. The other puppy was revisited after 2 months from surgery, when tibial plateau slope amount was 4°; the affected leg presented a valgus deviation, too. Then, the puppy underwent on surgery for the screw remotion showing a satisfactory recovery, even though an occasional lameness persists. Epiphysiodesis offered interesting results and shows some complications such as the short range of puppies’age in wich surgery can be performed and the need to remove the interference as soon as possible, in order not to interfere with growing process.
2004
Article
NonPeerReviewed
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it
http://eprints.adm.unipi.it/28/1/129.pdf
Ballatori, Consuelo and Modenato, Mario and Romeo, Teresa and Marchetti, Veronica and Citi, Simonetta (2004) Epifisiodesi temporanea anteriore del plateau tibiale: una possibile soluzione nella rottura del legamento crociato anteriore in cani in accrescimento. Annali della Facoltà di Medicina veterinaria, LVII/2 . pp. 129-135. ISSN 0365-4729
http://www.biblio.vet.unipi.it/annali2004/129.pdf
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La valutazione della pressione intraoculare nel cane in anestesia
Di Gregoli, Enza
Barsotti, Giovanni
Bianchi, Elena
VET/08 - Clinica medica veterinaria
RIASSUNTO La pressione intraoculare è un parametro molto importante per la valutazione della funzionalità dell’apparato visivo; il suo innalzamento al di sopra del limite fisiologico, infatti, determina gravi danni, fino alla perdita completa della funzione visiva. Lo scopo che ci siamo proposti, con questo lavoro, è stato quello di stabilire come la pressione intraoculare vari nelle diverse fasi dell’anestesia, prendendo in considerazione tutti quei fattori che intervengono nel corso di tale procedura. Nel nostro studio sono stati inseriti 16 cani sani dal punto di vista oftalmico, per evitare l’influenza di eventuali patologie oculari nel rilevamento dei dati. Questi animali sono stati suddivisi in due gruppi: il I gruppo è stato sottoposto ad anestesia, il II a sedazione. La pressione intraoculare è stata valutata nelle diverse fasi dell’anestesia o della sedazione ed è emerso che sono numerosi i fattori che possono far variare tale parametro. L’analisi statistica dei dati ha evidenziato delle differenze significative nelle varie fasi della sedazione, anche se la pressione intraoculare non ha mai superato i valori limite. SUMMARY Intraocular pressure results from a relative equilibrium between aqueous humor formation, aqueous humor outflow and the resistence of the fibrous tunics to pressure. Factors that influence intraocular pressure are numerous. The different drugs administred to anesthetize animals may affect intraocular pressure directly by influencing the aqueous humor dynamics or indirectly by causing hypercapnia, changes in the extraocular muscle tone, hypoxemia and hypothermia. The effects of anaesthesia on intraocular pressure were studied in dogs anesthetized. Sixteen normal dogs, subdivided into two groups of eight (I and II), were used. I group dogs were premedicated with medetomidine (10 mcg/kg), diazepam (0,25 mg/kg), ketamine (1 mg/kg), tramadol (2 mg/kg); these animals were induced with propofol (2 mg/kg) and maintenanced with isoflurane, tramadol (200 mcg/kg/hour) and ketamine (0,5 mg/kg/40 min); anaesthesia was reversed with atipamezole (50 mcg/kg). II group dogs were sedated with medetomidine (10mcg/kg), diazepam (0,25 mg/kg), ketamine (0,5-1 mg/kg) and propofol (0,5-1 mg/kg); sedation was reversed with atipamezole (50 mcg/kg). Applanation tonometry (TonoPen™XL) was used in the two groups to determine intraocular pressure in both eyes. The measurements were taken before administration of the drugs and during phases on anahestesia or sedation. The profiles of the intraocular pressure results were different for the two groups. There were no statistically significant differences between the phases on anaesthesia in I group; significant differences were found between the phases on sedation in II group. However in I and II groups intaocular pressure fluctations remained into normal range. The maintenance of intraocular pressure within or below physiological levels is recognized as fundamental for a good anesthetic technique. The aim of the anaesthesist should be to maintain intraocular pressure within normal limits in intraocular surgery, but also in subjects with intraocular pressure values border-line.
2004
Article
NonPeerReviewed
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it
http://eprints.adm.unipi.it/29/1/137.pdf
Di Gregoli, Enza and Barsotti, Giovanni and Bianchi, Elena (2004) La valutazione della pressione intraoculare nel cane in anestesia. Annali della Facoltà di Medicina veterinaria, LVII/2 . pp. 137-146. ISSN 0365-4729
http://www.biblio.vet.unipi.it/annali2004/137.pdf
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Indicazioni interpretative del tracciato elettroforetico delle lipoproteine nella specie canina
Pasquini, Anna
Luchetti, Elena
Cardini, Giovanni
VET/08 - Clinica medica veterinaria
RIASSUNTO Le lipoproteine plasmatiche sono complessi macromolecolari indispensabili per il trasporto dei lipidi, che differiscono tra loro per dimensione, densità, carica elettrica, composizione lipidica o proteica e funzione metabolica. Alterazioni del metabolismo lipidico che si manifestano con un’iperlipoprotidemia o iperlipidemia, caratterizzata da un aumento di trigliceridi, colesterolo o entrambi, possono comparire primariamente o essere secondarie ad una patologia preesistente. Le iperlipidemie sono normalmente rilevate attraverso l’esecuzione di esami di routine come la determinazione dei livelli ematici di colesterolo e di trigliceridi, ma l’esecuzione di un lipidogramma può essere indicativo dal momento che vi si possono riscontrare alterazioni caratteristiche a seconda del tipo di iperlipidemia e della causa sottostante. Il presente lavoro illustra un metodo elettroforetico, appositamente messo a punto per la specie canina con le principali indicazioni per una corretta ed utile interpretazione. Il lipidogramma standard del cane sano è stato stabilito tramite l’esecuzione di circa 320 lipidogrammi di cani clinicamente sani. La separazione elettroforetica delle lipoproteine del cane eseguita con il metodo sopra descritto può individuare fino a sei diverse frazioni: pα (prealfa), α1 (alfa1), α2 (alfa2), pβ (prebeta), β (beta) e κ (chilomicroni). L’utilizzo di questa metodica, a completamento della determinazione del colesterolo e dei trigliceridi, può dimostrarsi utile per la caratterizzazione di uno stato iperlipidemico, per facilitare la diagnosi dello stato patologico sottostante e per monitorare un trattamento in corso. SUMMARY The lipids transport in the blood requires complexing with more soluble molecules such as proteins and phospholipids because they are insoluble in water. Triglycerides and cholesterol esters are carried by lipoproteins, wich are spherical macromolecular complexes made up of a lipid core surrounded by a thin outer membrane. The lipoproteins differ in size, composition hydrated density, apolipoprotein content, site of formation and electrophoretic mobility. Hyperlidemia is defined as an increasing plasma concentration of cholesterol or triglycerides or both. The condition may arise as the result of a primary, often inherited, defect in lipoprotein metabolism or as a consequence of an underlying systemic disease. The cholesterol and triglycerides plasma determination is necessary for hyperlipidemia diagnosis but the execution of a lipidogram can be an usefull tool to better characterize the type and the cause. The aim of this work was to present a specific, precise and easy to perform electrophoretic technique in order to evaluate the serum lipoprotein profile in dogs. For this purpose, 320 healthy dogs of different sex and age were tested. These technique is able to separate dogs lipoproteins into six classes: pα (prealfa), α1 (alfa1), α2 (alfa2), pβ (prebeta),β (beta) e κ (chilomicroni). The electrophoretic method can be an important tool to characterize a hyperlipidemic state, to diagnose the eventually associated pathology and to monitor the current therapy.
2004
Article
NonPeerReviewed
application/pdf
it
http://eprints.adm.unipi.it/30/1/147.pdf
Pasquini, Anna and Luchetti, Elena and Cardini, Giovanni (2004) Indicazioni interpretative del tracciato elettroforetico delle lipoproteine nella specie canina. Annali della Facoltà di Medicina veterinaria, LVII/2 . pp. 147-154. ISSN 0365-4729
http://www.biblio.vet.unipi.it/annali2004/147.pdf
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La riparazione delle ferite del cavallo nella pratica clinica
Spinabella, Silvia
Grossi, Ilaria
Carlucci, Fabio
VET/08 - Clinica medica veterinaria
RIASSUNTO Il cavallo è frequentemente soggetto a eventi traumatici che esitano in ferite di vario tipo. Questo è dovuto alla sua indole nevrile, al tipo di lavoro che svolge (corsa, salto ad ostacoli, endurance, gare di agilità, trekking, ecc.), ed all’ambiente in cui vive. A causa dell’impossibilità di poter aggredire chirurgicamente alcuni tipi di ferita per la localizzazione che hanno sul corpo, ma anche a causa dell’ambiente contaminato in cui vive il cavallo, ecco che alcune ferite banali, possono peggiorare, cronicizzare, non guarire mai, impedendo, in alcuni casi, l’uso del soggetto e minandone anche la carriera agonistica. Per fare il punto della situazione abbiamo focalizzato l’attenzione sui possibili trattamenti chirurgici e non, in particolare quelli innovativi, idonei al trattamento di questo tipo di patologia. Sebbene esistano vari metodi utili ad aggredire le soluzioni di continuo (suture, chirurgia plastica, applicazione di biomateriali, chirurgia ricostruttiva, protezioni e fasciature), si è visto che dei buoni risultati si ottengono solo se le manualità di primo intervento e pronto soccorso sono svolte nel migliore dei modi. Inoltre, una terapia antibiotica di supporto è fondamentale per un corretto management del problema. SUMMARY The horse is frequently subject of traumatic events that end in different kinds of wounds. This is due to his nervous behaviour, to the work he has to play (runners, show jumpers, endurance, agility game, trekking, ecc.), and to the places where he lives. We try to make the point of the present knowledges on the argument. We will try to focus our attention on surgical treatments and on non surgical treatments, those innovative in particular, able to treat this kind of pathology. Because of impossibility to reach surgically some kinds of wounds because of their strange location, and also because he lives in dirty places, some kinds of wounds worst, become chronic, never come healthy, and, in some cases can obstruct the use of the horse, and they can mine the agonistic carrier of the wounded horse. Although the existence of many usefull methods to attack this kind of pathology (suture, plastic surgery, biomaterial application, reconstructive surgery, bandages and protection), we notice that good results are achieved only if the first phases of first aid are made in the best way. Moreover, an antibiotic therapy is necessary for a good management of the problem.
2004
Article
NonPeerReviewed
application/pdf
it
http://eprints.adm.unipi.it/31/1/155.pdf
Spinabella, Silvia and Grossi, Ilaria and Carlucci, Fabio (2004) La riparazione delle ferite del cavallo nella pratica clinica. Annali della Facoltà di Medicina veterinaria, LVII/2 . pp. 155-162. ISSN 0365-4729
http://www.biblio.vet.unipi.it/annali2004/155.pdf
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2010-12-20T11:20:55Z
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La tenite del cavallo: recenti acquisizioni, prospettive future
Spinabella, Silvia
Carlucci, Fabio
VET/08 - Clinica medica veterinaria
RIASSUNTO La tenite dei tendini flessori delle falangi del cavallo è una patologia frequente nei soggetti sportivi e la sua gravità, in non pochi casi, è così accentuata che neppure le metodiche terapeutiche più avanzate riescono a salvare il prosieguo della carriera agonistica. È da gran tempo che gli ippiatri tentano di risolvere questo problema, nella sua subdola gravità, mediante le più disparate terapie. Scopo del presente studio è quello di fare il punto della situazione per quanto riguarda i trattamenti medici a nostra disposizione, con particolare riguardo all’uso di acido ialuronico e cellule staminali. Di questi metodi terapeutici valuteremo il meccanismo di azione ed i risultati ottenibili con il loro impiego. Sebbene il trattamento d’elezione per il trattamento della tenite nella sua fase acuta sia il tendon splitting, anche l’acido ialuronico e le cellule staminali sono di grande utilità nel favorire e accelerare il processo di guarigione. SUMMARY Tendonitis of equine digital flexor tendons is a very frequent pathology in athlete horses, and its gravity, in many cases, is so heavy that, even we use the better therapy, we are not able to safe the agonistic carrier of the bowed tendon’s horse. For many years veterinary have been trying to find a solution to this problem, which is apparently simple but in reality is very severe. Veterinary doctors have been focused their attention on medical and surgical treatments and also on non conventional therapy. Aim of this article is to check what we really know about medical therapies, with particular attention to use of hyaluronan, mesenchymal stem cells and electromagnetic fields therapy. Of these treatments we will evaluate the mechanism of action and the results that we can obtain with their use. We will compare, if it’s possible, obtained results to indicate which is, in our opinion, the best treatment to employ. Tendon splitting is the best therapy to treat superficial digital flexor tendonitis in its acute phase, also the use of hyaluronan and mesenchymal stem cells may improve and enhance the tendon’s healing process.
2004
Article
NonPeerReviewed
application/pdf
it
http://eprints.adm.unipi.it/32/1/163.pdf
Spinabella, Silvia and Carlucci, Fabio (2004) La tenite del cavallo: recenti acquisizioni, prospettive future. Annali della Facoltà di Medicina veterinaria, LVII/2 . pp. 163-170. ISSN 0365-4729
http://www.biblio.vet.unipi.it/annali2004/163.pdf
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2010-12-20T10:44:20Z
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Valutazione degli isoenzimi della fosfatasi alcalina nel cane tramite precipitazione con lectina di germe di grano ed inibizione con tetramisolo: risultati preliminari
Marchetti, Veronica
Luchetti, Elena
Cardini, Giovanni
Podestà, Adriano
Fantei, Nicole
VET/08 - Clinica medica veterinaria
RIASSUNTO Nel siero di cane è possibile valutare l’attività di 3 isoenzimi della fosfatasi alcalina (ALP): l’isoenzima epatico (LALP), l’isoenzima osseo (BALP) e l’isoenzima glicocorticoide- indotto (CALP) che si trova solo in questa specie. Poiché nel cane la misurazione dell’ALP totale (TALP) nel siero risulta un test poco specifico, lo studio delle forme isoenzimatiche può aiutare nell’interpretazione di un suo incremento, in particolare in corso di iperadrenocorticismo, patologie neoplastiche e croniche in genere. La quantificazione degli isoenzimi è stata eseguita su 19 campioni di plasma di cani con livelli di TALP superiori a 200 U/L (valori di riferimento 50-130 U/L) applicando la metodica che combina la precipitazione selettiva con WGL (Wheat Germ Lectin) all’inibizione chimica con tetramisolo 4,2 mM. Nel 100% dei cani con morbo di Cushing la CALP rappresentava l’isoenzima predominante, mostrando quindi una buona accuratezza (89%) e specificità (85%) diagnostiche, ed un ottima sensibilità (100%). Tra i valori di TALP e CALP non è stata evidenziata però alcuna correlazione significativa (p<0,05), così come non correlati significativamente risultano gli incrementi di LALP e CALP, riscontrati rispettivamente nell’88,9% e 11,1% dei pazienti con patologia cronica. Tale dato può essere messo in relazione ad una possibile induzione degli isoenzimi in diversi tessuti o l’induzione di enzimi a loro volta responsabili del rilascio degli isoenzimi dell’ALP dalle membrane cellulari. Nel gruppo dei pazienti neoplastici è stata evidenziata una correlazione statisticamente significativa (p<0,05) fra il valori di TALP e di LALP, che risulta l’enzima prevalente nell’80% dei soggetti. Tale risultato suggerisce la possibilità di una patologia epatica subclinica nel paziente oncologico, o un aumento del cortisolo endogeno, che induce inizialmente un incremento della LALP e successivamente della CALP. La valutazione degli isoenzimi dell’ALP attraverso questa metodica, che risulta economica e piuttosto rapida, può quindi essere utile nello screening dell’iperadrenocorticismo del cane, nonché per lo studio dei meccanismi eziopatogenetici alla base dell’iperfosfatasemia in corso di patologie croniche e neoplastiche. SUMMARY In canine serum three isoenzymes are identified: liver ALP (LALP), bone ALP (BALP), corticosteroid-induced ALP (CALP) which is present only in this species. As total ALP activity (TALP) in serum has low specificity in dog, the evaluation of isoenzymes can be useful to interpretation of hyperphosphatasemia. Nineteen canine plasma samples with TALP activity over 200 U/L (reference range for healthy dogs: 50-130 U/L) were tested and isoenzymes were determinate with an assay combining wheat germ lectin (WGL) precipitation and chemical inhibition with tetramisole 4.2 mM. The CALP is the prevalent isoenzyme in 100% of dogs with hyperadrenocorticism, showing a good accuracy (89%) and specifity (85%), and a very good sensitivity (100%). Serum total AP activity was not significantly and positively correlated (p<0.05) with CALP in patients with hyperadrenocorticism, and with LALP (88.9% of cases) and CALP (11.1% of cases) in dogs with chronic illness. This finding suggests possible induction of isoenzymes in several tissues or induction of enzymes responsible for release of ALP isoenzymes from cellular membranes. In neoplastic group, a significant correlation (p<0.05) was noted within TALP and LALP values, prevalent isoenzymes in 80% of dogs. This finding can result from subclinical liver injury in neoplastic dog, or an increment of cortisol, that induce an early LALP increase and subsequently an increase of CALP. In dogs, ALP isoenzymes determination, with this method, cheap and somewhat rapid, can result as a useful screening test for Cushing syndrome, and for study of ethiopathogenetic mechanisms of hyperphosphatasemia during chronic and neoplastic illness.
2005
Article
NonPeerReviewed
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it
http://eprints.adm.unipi.it/211/1/275.pdf
Marchetti, Veronica and Luchetti, Elena and Cardini, Giovanni and Podestà, Adriano and Fantei, Nicole (2005) Valutazione degli isoenzimi della fosfatasi alcalina nel cane tramite precipitazione con lectina di germe di grano ed inibizione con tetramisolo: risultati preliminari. Annali della Facoltà di Medicina veterinaria, LVIII/ . pp. 275-285. ISSN 0365-4729
http://www.biblio.vet.unipi.it/annali2005/275.pdf
oai:eprints.adm.unipi.it:221
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La valutazione dello stato ossidativo in cani da ricerca persone travolte dalle macerie: risultati preliminari
Pasquini, Anna
Luchetti, Elena
Cardini, Giovanni
Guidi, Grazia
Bondi, Sabrina
VET/08 - Clinica medica veterinaria
RIASSUNTO I cani per la ricerca sulle macerie appartenenti alle Unità Cinofile dei Vigili del Fuoco sono abilitati a diversi lavori che sono tenuti a svolgere insieme al proprio conduttore durante il servizio. Questi cani sono sottoposti ad un lavoro continuo ed impegnativo anche se non particolarmente intenso. È stato dimostrato che l’esercizio fisico incrementa la produzione di specie reattive dell’ossigeno (ROS) a tal punto da poter neutralizzare i sistemi antiossidanti dell’organismo ed essere causa di stress ossidativo. Monitorare la produzione di ROS e le capacità antiossidanti organiche nelle situazioni di lavoro aerobio prolungato potrebbe essere particolarmente utile nel cane, sia per comprendere più a fondo il meccanismo di regolazione di questo equilibrio sia per poter intervenire attraverso un’opportuna programmazione del carico di lavoro o tramite adeguate integrazioni. In questo lavoro sono stati utilizzati due test fotometrici: il d- ROMs test per la determinazione dei ROS, ed in particolare degli idroperossidi plasmatici, ed il BAP (Biological Antioxidant Potential) test per la valutazione della barriera antiossidante plasmatica totale. In 4 soggetti, sono stati seguiti 3 allenamenti settimanali consecutivi (della durata di 1 ora ciascuno), in ciascuno dei quali sono stati effettuati 4 prelievi di sangue: a riposo, prima dell’inizio del lavoro, subito dopo, dopo 2 ore, dopo 12 ore. Non sono state osservate, relativamente ad ogni singolo soggetto, variazioni significative nel tempo, mentre variazioni statisticamente significative riguardano i soggetti tra loro. In particolare, il cane 1 evidenzia valori di d-ROMs e di BAP superiori agli altri soggetti, mentre il cane 4 mostra in alcune prove valori elevati soltanto di d-ROMs. I risultati preliminari ottenuti evidenziano differenze imputabili alla razza ed all’alimentazione, che meritano ulteriori approfondimenti. SUMMARY Search and rescue dogs of Fireman Units are used to carry out several works together the trainer. Dogs work is continuous and demanding bat it’s not strenuous. Exercise has been shown to increase the production of reactive oxygen species (ROS) to a point that can exceed antioxidant defences to cause oxidative stress. ROS production and antioxidant capacity can be determined in dogs to understand their behaviour in order to evaluate the correct working load and eventually to administered right dietary supplementation. In the present work, we evaluated the level of ROS and BAP (Biological Antioxidant Potential) in dog’s blood with spectrophotometric method. Four subject (Border Collie, German Sherpherd, Golden Retriever and Labrador Retriever) are enrolled for the study; four blood samples were drawn during three running trials: Immediately pre, Immediately post, 2 h post exercise and 12h post exercise. Significant differences about each subject during the trials values are not noticed while some difference exists between subjects. In particular, the dog 1 shows d-ROMs and BAP values upper than others and the dog 4 has only d-ROMs values elevated. Preliminary results are obtained and can be useful to study the race and diet influences on oxidative status in dogs.
2005
Article
NonPeerReviewed
application/pdf
it
http://eprints.adm.unipi.it/221/1/327.pdf
Pasquini, Anna and Luchetti, Elena and Cardini, Giovanni and Guidi, Grazia and Bondi, Sabrina (2005) La valutazione dello stato ossidativo in cani da ricerca persone travolte dalle macerie: risultati preliminari. Annali della Facoltà di Medicina veterinaria, LVIII/ . pp. 327-339. ISSN 0365-4729
http://www.biblio.vet.unipi.it/annali2005/327.pdf
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Il piano nazionale 2002 per la ricerca dei residui negli animali ed in alcuni prodotti di origine animale
Biagi, Giulia
Nannipieri, Sandra
Signorini, Giancarlo
VET/08 - Clinica medica veterinaria
RIASSUNTO Il Piano Nazionale 2002 per la “Ricerca dei Residui negli Animali ed in alcuni Prodotti di Origine Animale” (PNR), elaborato dal Ministero della salute, si basa sulle disposizioni del Decreto Legislativo (D.Lgs.) n. 336/99. Le Regioni attuano il Piano in base alle singole realtà produttive e zootecniche coordinando l’attività delle Aziende Unità Sanitarie Locali; verificano la corretta esecuzione del PNR sul territorio di loro competenza specie per il rispetto delle procedure di campionamento, l’uniforme distribuzione dei controlli e l’applicazione del D.Lgs. n. 432/98; trasmettono al Ministero della salute gli esiti del campionamento ogni sei mesi (comunque entro il 31 luglio 2002 e il 31 gennaio 2003) e danno comunicazione immediata in caso di positività. La programmazione per l’anno 2002 prevede la ricerca dei residui di sostanze ad effetto anabolizzante e di sostanze non autorizzate nonché di farmaci veterinari e di contaminanti ambientali nel settore bovino, suino, ovi-caprino ed equino; nel settore avicolo; nel settore dell’acquacoltura; settore cunicolo; settore della selvaggina da penna d’allevamento; settore del latte; settore delle uova; settore del miele; settore della selvaggina cacciata. È prevista la ricerca del cadmio negli equini e dei PCB e delle diossine nelle varie matrici. Inoltre per il 2002 è stata inserita la ricerca dei piretrodi nel latte ovino a seguito della presenza di focolai di Blue Tongue in Sardegna, Sicilia, Calabria e Basilicata nonché la ricerca di tetracicline nel suino e di chinolonici nel suino e nel pollame. In conformità alle richieste dell’Unione Europea è stata inserita la ricerca del CAF nel muscolo. SUMMARY The National Plan 2002 for the “Research of the residues in the animals and in some Animal products and by products”, well-known as PNR 2002, has been elaborated by the ministry of the health. It is based on the dispositions of the Decreto Legislativo (D.Lgs.) n. 336/99 emanated in putting into effect of the directive 96/22/EEC and 96/23/EEC. The Regions must carry into effect the plan basing on the single productive and zootechnic realities and must coordinate the activity of the Aziende Unità Sanitarie Locali. They verify also the correct execution of the PN on the territory of its competence, in particular for what concerns the respect for the sampling procedure, the uniform distribution of controls and the application of the D.Lgs. n. 432/98. They transmit the results to the Ministry of the health every six months (within July 31, 2002 and January 31, 2003) and communicate immediately positively cases. The programming for the year 2002 foresee to the research of the residues of anabolic steroids, not authorized drugs, veterinary medicines and ambient contaminants in the bovine (milk too), swine, goat, equine, poultry (egg too), fish, rabbit bee (honey) and game sector. The programming foresee the research of cadmium in equines and the research of PCB’s and dioxins in vary matrixes. Besides for 2002 has been programmed the research of piretroides in the sheep milk (due to the presence of Blue Tongue in Sardegna, Sicilia, Calabria and Basilicata), the research of tetracycline’s in swine’s and the research of chinolone’s in swine’s and in the poultry’s. In conformity to the request for the e Europe Union, the research of the CAF has been programmed for every kind of muscle.
2002
Article
NonPeerReviewed
application/pdf
it
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Biagi, Giulia and Nannipieri, Sandra and Signorini, Giancarlo (2002) Il piano nazionale 2002 per la ricerca dei residui negli animali ed in alcuni prodotti di origine animale. Annali della Facoltà di Medicina veterinaria, LV/200 . pp. 23-40. ISSN 0365-4729
http://www.biblio.vet.unipi.it/annali2002/23.pdf
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Benessere in allevamento. le nuove norme sui suini
Biagi, Giulia
Nannipieri, Sandra
Signorini, Giancarlo
VET/08 - Clinica medica veterinaria
RIASSUNTO Con il cambiamento di sensibilità dell’uomo nei confronti degli animali è divenuto necessario garantire la tutela dei diritti degli animali durante tutta la loro carriera produttiva: l’opinione pubblica infatti richiede sempre più un prodotto di elevati standard qualitativi, che origini da un animale che abbia potuto vivere e crescere nel rispetto del suo benessere. Sulla Gazzetta Ufficiale delle Comunità Europee del 1° dicembre 2001 sono state pubblicate due Direttive, la Direttiva 2001/88/CE del Consiglio del 23 ottobre 2001 e la Direttiva 2001/93/CE della Commissione del 9 novembre 2001, che apportano modifiche alla Direttiva 91/630/CEE che stabilisce le norme minime per la protezione dei suini, recepita con il Decreto Legislativo n. 534/92. Entro il 1° gennaio del 2003 anche l’Italia è tenuta a recepire queste due Direttive che cercano di fornire parametri oggettivi più restrittivi e facilmente misurabili rispetto a quelli delle norme già in vigore adottando le disposizioni legislative, regolamentari ed amministrative necessarie per conformarsi alle disposizioni di queste Direttive. La Direttiva 2001/88/CE del Consiglio, ha modificato alcuni articoli della Direttiva 91/630/CEE mentre la Direttiva 2001/93/CE sostituisce l’allegato della Direttiva 91/630/CEE. Questo Allegato, che apporta le vere e proprie novità, si divide in due Capitoli: il primo detta le Condizioni generali ed il secondo le Disposizioni specifiche per le varie categorie di suini, e cioè i verri, le scrofe e le scrofette, i lattonzoli, i suinetti e suini all’ingrasso. SUMMARY The guardianship of the rights of the animals during all the theirs productive career is becoming necessary with the man change of sensitiveness toward the animals. Public opinion in fact requests a product of high standard quality but obtained by animals that have been able to live and growth in the respect of wellbeing. On the Gazzetta Ufficiale of the European Community (December, 1, 2001) two directives has been published: The Directive 2001/88/EEC (October, 23, 2001) of the Council and the Directive 2001/93/EEC (November, 9, 2001) of the Commission. Those directives modify the Directive 91/630/EEC that establishes the rearing technologies to be applied for the protection of swine’s (applied with the Decreto Legislativo n. 534/92). Within the 2003, January the first, also Italy must apply this two directives which supplies objectify parameters for wellbeing, more restrictive and easily measurable in comparison with those adopted by the old rules. So that Italy must perform the necessary legislative dispositions to conform to the dispositions of these directives. The Directive 2001/88/EEC of the Council has modified some articles of the Directive 91/630/EEC, while the Directive 2001/93/EEC replaces the enclosure of the Directive 91/630/EEC. The really novelty are bring by the enclosure, which is divided in two capitulates: the first rules the general conditions and the second rules the specific dispositions for the different swine’s category: boars, sows, sucking pigs, and fattening pigs.
2002
Article
NonPeerReviewed
application/pdf
it
http://eprints.adm.unipi.it/224/1/41.pdf
Biagi, Giulia and Nannipieri, Sandra and Signorini, Giancarlo (2002) Benessere in allevamento. le nuove norme sui suini. Annali della Facoltà di Medicina veterinaria, LV/200 . pp. 41-58. ISSN 0365-4729
http://www.biblio.vet.unipi.it/annali2002/41.pdf
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Impiego del bromuro di potassio in cani epilettici. Studio retrospettivo su 30 casi
Bizzeti, Marco
Sgorbini, Micaela
Demi, Sergio
VET/08 - Clinica medica veterinaria
RIASSUNTO In alcuni casi l’uso del fenobarbital può risultare insufficiente per controllare in modo adeguato le crisi epilettiche nel cane. Il bromuro di potassio (KBr), come noto, per la sua capacità di indurre una iperpolarizzazione delle membrane nervose, svolge un’azione anticonvulsivante. Grazie alla peculiare modalità di eliminazione ed alla sua emivita, KBr è considerato un farmaco antiepilettico di seconda scelta, ma può risultare di primaria importanza nel trattamento delle crisi epilettiche “refrattarie”. Il nostro studio, svolto su 30 cani affetti da epilessia idiopatica in stadio di refrattarietà, ha voluto saggiare l’efficacia del farmaco, stabilendone le dosi terapeutiche ed il relativo range delle concentrazioni plasmatiche. A tutti i cani presi in considerazione è stata diagnosticata epilessia primaria (PES) sulla scorta di una normale valutazione diagnostica metabolica e neurologica. Tutti i cani considerati erano stati già trattati con diversi farmaci antiepilettici (AEDs). I soggetti presi in esame sono stati divisi in due gruppi: uno (gruppo A) è stato trattato con solo KBr, l’altro (gruppo B) impiegando invece l’associazione fenobarbital- KBr. Durante il periodo di studio, la somministrazione di KBr non è stata mai sospesa. Il valore della fenobarbitalemia è stata mantenuta in tutti i cani al di sotto di 34,6 mg/ml. Col trattamento singolo di KBr, si è avuto controllo delle crisi epilettiche nei soggetti che presentavano un range delle concentrazioni plasmatiche di KBr di 960- 3000 mg/ml. I soggetti trattati con KBr e fenobarbital hanno presentato un miglioramento della sintomatologia con un range del KBr compreso tra 830-2600 mg/ml. SUMMARY 10 to 50% of epileptic dogs having seazures are refractory to phenobarbital sodium alone. Bromide is a halide anticonvulsivant that offers an effective alternative to phenobarbital and other barbiturates for treatment of epilepsy in dogs. Materials and methods. In this study, 30 dogs affected by idiopathic epilepsy has been investigated. All dogs were diagnosed as having idiopathic epilepsy based on normal metabolic and neurologic diagnostic evaluations. All the dogs investigated received multiple antiepileptic drugs (AEDs) before bromide therapy. Dogs have been divided in two groups: • Group A: 20 dogs, different for breed, sex, age, were considered refractory to treatment with barbiturates alone becouse of relapsing seizures and serum phenobarbital concentration higher than 36 mg/ml. Those dogs have been treated only with bromide (30 mg/Kg, PO, sid) after progressive dismissing therapy with phenobarbital. • Group B: 10 dogs, different for breed, sex, age, with weekly seizures despite of an optimal serum phenobarbital concentration (9-36 mg/ml). Those dogs have been treated with bromide-phenobarbital association (bromide: 20 mg/Kg, PO, sid; phenobarbital 2-4 mg/Kg, PO, bid; serum phenobarbital concentration always < 35 mg/ml). Serum bromide and phenobarbital have been monitored after 2 months of therapy. During this period, bromide administration has never been interrupted. Results and discussion: Group A: bromide was effective overall in improving seizure control in 70% of epileptic dogs. Group B: bromide-phenobarbital association was effective in reduce weekly seizures in 70% of epileptic dogs. In our study, the optimal serum bromide concentration for seizure control was 960- 3000 mg/ml; in bromide-phenobarbital therapy were considered 810-2220 mg/ml for bromide and 9.6-34.6 mg/ml for phenobarbital (optimal range for seizure control). Monotherapy with bromide was considered effective when serum bromide concentration was > 960 mg/ml and bromide-phenobarbital therapy was considered effective when serum bromide concentration was > 810 mg/ml and serum phenobarbital concentration was 9.6-34.6 mg/ml.
2002
Article
NonPeerReviewed
application/pdf
it
http://eprints.adm.unipi.it/225/1/59.pdf
Bizzeti, Marco and Sgorbini, Micaela and Demi, Sergio (2002) Impiego del bromuro di potassio in cani epilettici. Studio retrospettivo su 30 casi. Annali della Facoltà di Medicina veterinaria, LV/200 . pp. 59-66. ISSN 0365-4729
http://www.biblio.vet.unipi.it/annali2002/59.pdf
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Rigurgito mitralico e tricuspidale diastolico in due cani con blocco atrioventricolare completo spontaneo
Della Santa, Daniele
Bizzeti, Marco
Fiorilli, Francesco
VET/08 - Clinica medica veterinaria
RIASSUNTO Il rigurgito diastolico attraverso entrambe le valvole atrioventricolari è un rilievo ecocardiografico di frequente riscontro in corso di blocco atrioventricolare completo sia nel cane che nell’uomo. L’entità del rigurgito sia mitralico che tricuspidale è lieve e tale da non risultare significativo dal punto di vista emodinamico. La diagnosi può essere emessa sia con l’ausilio del doppler a codice di colore che con il doppler spettrale. Il jet origina dal punto di coaptazione dei lembi valvolari ed è diretto centralmente. Ciononostante, date le piccole dimensioni del jet di rigurgito, l’impiego combinato delle due metodiche può essere di aiuto nel posizionamento del volume campione e nell’allineamento del doppler. L’assenza di contrazione ventricolare a seguito della contrazione atriale comporta un reflusso di sangue all’interno delle cavità atriali presumibilmente come conseguenza di un’inversione del gradiente pressorio intercorrente tra gli atri e i ventricoli nonché della chiusura incompleta delle valvole atrioventricolari. La presenza di insufficienza valvolare e quindi di rigurgito sistolico non è un prerequisito necessario allo sviluppo di reflusso diastolico in corso di blocco atrioventricolare completo. SUMMARY Atrioventricular valvular regurgitation is a common echocardiographic finding in both dogs and humans with complete atrioventricular block. The severity of both mitral and tricuspid regurgitation is mild and hemodynamically non significant. The condition can be easily diagnosed by means of either color-flow doppler and spectral doppler. The jet originates from the site of coaptation of valvular leaflets and is centrally directed. Nevertheless, because of the limited size of the regurgitant jet, the combined use of color-flow and spectral doppler can help in placing the sample gate and align for the doppler study. Lack of ventricular contraction following atrial contraction leads to reflux of blood into the atrial cavities, presumably due to atrioventricular pressure gradient reversal and incomplete closure of the mitral valve. The presence of valvular insufficiency and consequent systolic regurgitation is not a prerequisite for diastolic reflux to occur in case of complete atrioventricular block.
2002
Article
NonPeerReviewed
application/pdf
it
http://eprints.adm.unipi.it/229/1/67.pdf
Della Santa, Daniele and Bizzeti, Marco and Fiorilli, Francesco (2002) Rigurgito mitralico e tricuspidale diastolico in due cani con blocco atrioventricolare completo spontaneo. Annali della Facoltà di Medicina veterinaria, LV/200 . pp. 67-74. ISSN 0365-4729
http://www.biblio.vet.unipi.it/annali2002/67.pdf
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Decreto ministeriale 7 gennaio 2000. Sistema nazionale di sorveglianza epidemiologica della BSE
Biagi, Giulia
Nannipieri, Sandra
Signorini, Giancarlo
VET/08 - Clinica medica veterinaria
RIASSUNTO Gli Autori esaminano il Decreto Ministeriale 7 gennaio 2000 relativo al sistema nazionale di sorveglianza epidemiologica della BSE che prevede: - l’istituzione dell’anagrafe nazionale degli impianti di produzione e di distribuzione di alimenti per animali e dei laboratori per conto terzi; l’istituzione dell’anagrafe nazionale degli stabilimenti di trasformazione dei rifiuti di origine animale; - le visite ispettive di vigilanza in tutti gli allevamenti da produzione, almeno due volte l’anno; - il piano annuale di campionamento; - la segnalazione di bovini e bufali con sintomi compatibili con la BSE, e, se di età superiore ai quattro anni, con sintomi di malattia grave e progressiva, non riferibile ad altra patologia, anche in assenza di sintomatologia neurologica; - il prelievo di campioni per diagnosi di BSE da animali da riproduzione di età superiore a venti mesi, morti in azienda e per i quali non viene accertata la causa di morte. SUMMARY The authors examine the Ministerial Law, January, 7, 2000, regarding the continuos monitoring of BSE epidemiology. The National Control System foresee: - the institution of a national registry of the Italian animal-food producers, distributors and laboratories and a national registry of the transformation companies which manage any kind of animal origin refusals; - the supervision of inspecting visit in the rearing farms (at least twice a year); - the annual sampling plan; the detect cattle and buffaloes with BSE compatible symptoms; - the detect older than four years cattle and buffaloes with symptoms of heavy progressive disease, also without neurologic symptomatology not explained by other pathologies; - the withdrawal of samples from older than twenty months animals dead in the farms without a defined diagnosis of the dead.
2001
Article
NonPeerReviewed
application/pdf
it
http://eprints.adm.unipi.it/249/1/193.pdf
Biagi, Giulia and Nannipieri, Sandra and Signorini, Giancarlo (2001) Decreto ministeriale 7 gennaio 2000. Sistema nazionale di sorveglianza epidemiologica della BSE. Annali della Facoltà di Medicina veterinaria, LIV/20 . pp. 193-204. ISSN 0365-4729
http://www.biblio.vet.unipi.it/annali2001/pdf/193.pdf
oai:eprints.adm.unipi.it:251
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L'etichettatura delle carni bovine e dei prodotti a base di carni bovine
Biagi, Giulia
Nannipieri, Sandra
Bonardi, Silvia
Signorini, Giancarlo
VET/08 - Clinica medica veterinaria
RIASSUNTO Gli Autori prendono in considerazione il Decreto 30 agosto 2000 (Ministero Politiche Agricole e Forestali) che fornisce le indicazioni e le modalità di applicazione del Regolamento (CE) n. 1760/2000. Tale norma dà agli operatori ed alle organizzazioni le indicazioni sull’etichettatura obbligatoria delle carni bovine e dei prodotti a base di carni bovine nonché le disposizioni supplementari necessarie a chiunque voglia fornire informazioni facoltative. SUMMARY The Authors consider Decree 08/30/2000 (Ministero Politiche Agricole e forestali) that supplies the indications and the application modalities of the rule (EC) n. 1760/2000. This rule debt norm to the operating and to the organizations the indications on the compulsory labelling of the beefs and of the product to beefs base let alone the necessary supplementary dispositions to anyone wants supply optional informations.
2001
Article
NonPeerReviewed
application/pdf
it
http://eprints.adm.unipi.it/251/1/205.pdf
Biagi, Giulia and Nannipieri, Sandra and Bonardi, Silvia and Signorini, Giancarlo (2001) L'etichettatura delle carni bovine e dei prodotti a base di carni bovine. Annali della Facoltà di Medicina veterinaria, LIV/20 . pp. 205-213. ISSN 0365-4729
http://www.biblio.vet.unipi.it/annali2001/pdf/205.pdf
oai:eprints.adm.unipi.it:252
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http://eprints.adm.unipi.it/252/
Il libro bianco sulla sicurezza alimentare. Futuri aspetti normativi
Biagi, Giulia
Nannipieri, Sandra
Signorini, Giancarlo
VET/08 - Clinica medica veterinaria
RIASSUNTO Il Libro Bianco si basa sul principio che la politica della sicurezza alimentare deve prendere in considerazione l’intera catena alimentare, tanto che la Commissione, nella sua stesura, ha già delineato più di 80 azioni necessarie ad integrare ed ammodernare l’attuale normativa, per renderla più coerente, comprensibile e flessibile, per farla rispettare meglio e per garantire una maggiore trasparenza. L’impegno primario è di definire i ruoli di tutti i partecipanti alla catena alimentare: i produttori di mangimi, gli agricoltori ed i produttori/operatori del settore che devono avere la responsabilità primaria riguardo la sicurezza degli alimenti; le autorità competenti negli Stati membri e nei Paesi terzi che devono avere compiti di monitoraggio e devono far sì che tutte le responsabilità vengano rispettate attuando sistemi nazionali di controllo e di sorveglianza; la Commissione che deve avere il compito di valutare la capacità che hanno le autorità competenti di attuare tutti i sistemi di controllo (audit e ispezioni a livello nazionale); infine, i consumatori che devono essere coscienti che sono responsabili dell’adeguata conservazione, manipolazione e cottura degli alimenti. SUMMARY The white paper base itself on the principle that the politic on food security must consider the whole food chain. For this reason the Commission, during the drawing up of the White Book, has already outlined more than 80 necessary actions: to integrate and to modernize the present provisions, to make the provisions more coherent understandable and flexible, to make the provisions better observable, and to guarantee a greater transparence. The primary objective of the book is to determine the role of every people involved in the food chain. The feed producers, the farmers and the producers/workers of the chain must have the primary responsibility of the food safety. The competent Authorities, in each European Country, and also in the so called Third Countries, must monitor the productive process and must perform random checkups and controls, to evaluate their systems and, eventually, to detect faults of every kind of operator. The European Commission must evaluate the Authorities of each European Country and also of the trading foreigner Countries (by audit and inspections on the national markets). The consumers must storage, handle and cook the food with the correct methods.
2001
Article
NonPeerReviewed
application/pdf
it
http://eprints.adm.unipi.it/252/1/215.pdf
Biagi, Giulia and Nannipieri, Sandra and Signorini, Giancarlo (2001) Il libro bianco sulla sicurezza alimentare. Futuri aspetti normativi. Annali della Facoltà di Medicina veterinaria, LIV/20 . pp. 215-226. ISSN 0365-4729
http://www.biblio.vet.unipi.it/annali2001/pdf/215.pdf
oai:eprints.adm.unipi.it:253
2010-12-20T11:08:52Z
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La fibrillazione atriale nel cane: analisi critica e valutazione retrospettiva di alcuni parametri ecocardiografici ed eco-doppler in quattordici casi
Bizzetti, Marco
Della Santa, Daniele
VET/08 - Clinica medica veterinaria
RIASSUNTO Gli AA. dopo una breve analisi critica della fibrillazione atriale, ne descrivono alcuni rilievi ecocardiografici ed eco-doppler riscontrati in quattordici cani. L’aritmia è stata riscontrata in presenza di dilatazione di almeno una cavità atriale. La velocità del flusso aortico varia dipendentemente dall’eziologia: è solitamente elevata in corso di stenosi subaortica, mentre tende ad essere leggermente ridotta in presenza di un deficit sistolico. Il flusso transmitralico ad alta velocità è compatibile con le elevate pressioni di riempimento ventricolare sinistre associate all’insufficienza cardiaca. Gli intervalli sistolici variano in maniera prevedibile dipendentemente dall’eziologia, ma non in modo diverso da cani affetti dalla stessa cardiopatia ed in ritmo sinusale. Le alterazioni riscontrate sono probabilmente riconducibili alla cardiopatia primaria ed all’elevata frequenza cardiaca associate all’aritmia piuttosto che alla fibrillazione atriale. SUMMARY The authors, after a concise critical analysis of atrial fibrillation, describe some echocardiographic and echo-doppler findings detected in fourteen affected dogs. The arrythmia was detected in presence of at least monolateral atrial dilation. Maximal aortic velocity varies dependently upon etiology: elevated in case of subaortic stenosis, while is usually reduced if a systolic deficit is present. High velocity transmitral flow is compatible with elevated left ventricular filling pressure associated with heart failure. Systolic time intervals vary in a prevedible manner depending on etiology, but such variations don’t differ from those observed in dogs affected by the same cardiac disease but in sinus rhythm. Observed alterations are probably secondary to the primary disease and elevated heart rate rather than to atrial fibrillation.
2001
Article
NonPeerReviewed
application/pdf
it
http://eprints.adm.unipi.it/253/1/227.pdf
Bizzetti, Marco and Della Santa, Daniele (2001) La fibrillazione atriale nel cane: analisi critica e valutazione retrospettiva di alcuni parametri ecocardiografici ed eco-doppler in quattordici casi. Annali della Facoltà di Medicina veterinaria, LIV/20 . pp. 227-239. ISSN 0365-4729
http://www.biblio.vet.unipi.it/annali2001/pdf/227.pdf
oai:eprints.adm.unipi.it:277
2010-12-20T11:07:19Z
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http://eprints.adm.unipi.it/277/
Valutazione della pressione arteriosa nel cane e nel gatto con metodo oscillometrico: Memoprint®
Grassotti, Gabriella
Bizzeti, Marco
VET/08 - Clinica medica veterinaria
RIASSUNTO La pressione del sangue è un attendibile dato dell’integrità del sistema vascolare, e la sua misurazione ha assunto oggi una discreta semplicità, grazie all’approntamento di sistemi di misurazione facilmente applicabili nella routinaria pratica ambulatoriale. In questo studio 106 cani e 35 gatti, appartenenti a diverse razze, sesso, età, sono stati esaminati per il rilievo della pressione arteriosa con metodo oscillometrico, ed è stata valutata una media della pressione arteriosa del cane e del gatto misurata con lo strumento Memoprint®. La pressione arteriosa sistolica varia tra 128 e 146 mm di Hg nel cane e tra 90 e 160 nel gatto. La pressione arteriosa diastolica varia tra 95 e 115 mm Hg nel cane e tra 80 e 140 nel gatto. SUMMARY Arterial pressure is a reliable indication of the integrity of the cardiovascular system, and its measurement is today an easy procedure, because of availability of measurement systems easy to employ in an ambulatorial setting. In this study 106 dogs and 35 cats, belonging to different categories, were examined for the measurement of arterial pressure by oscillometric method, and a media of the arterial pressure values in the dog and cat has been determined with the strument Memoprint®. Systolic arterial pressure range between 128 and 146 mm Hg in the dog and between 90 and 160 in the cat; diastolic arterial pressure range between 95 and 115 mm Hg in the dog and between 80 and 140 in the cat.
2001
Article
NonPeerReviewed
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it
http://eprints.adm.unipi.it/277/1/275.pdf
Grassotti, Gabriella and Bizzeti, Marco (2001) Valutazione della pressione arteriosa nel cane e nel gatto con metodo oscillometrico: Memoprint®. Annali della Facoltà di Medicina veterinaria, LIV/20 . pp. 275-285. ISSN 0365-4729
http://www.biblio.vet.unipi.it/annali2001/275.pdf
oai:eprints.adm.unipi.it:413
2010-12-20T10:59:36Z
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http://eprints.adm.unipi.it/413/
Tutela dell'incolumità pubblica dall'aggressività dei cani. Nota 1. Le ordinanze 9 settembre 2003 e 10 settembre 2004 e l’ordinanza 3 ottobre 2005
Biagi, Giulia
Nannipieri, Sandra
Marzotto, Giampaolo
Signorini, Giancarlo
Brunetti, Davide
VET/08 - Clinica medica veterinaria
RIASSUNTO Dal 2003 ad oggi sono state emanate dai diversi Ministri della salute quattro Ordinanze sui cosiddetti “cani pericolosi”, ognuna della durata di un anno, ognuna rinnovata senza che in tutto questo tempo, nonostante la dichiarata necessità, venisse approvata una normativa organica sull’argomento. Gli Autori in questa prima nota esaminano le Ordinanze 9 settembre 2003 e 10 settembre 2004 (così dette Ordinanze Sirchia) e l’Ordinanza 3 ottobre 2005, così detta Ordinanza Storace, con le quali è stata approntata una lista di razze considerate pericolose, per le quali vengono stabilite regole particolari. L’elenco dei cani considerati potenzialmente “pericolosi”, però, si sfoltisce col trascorrere degli anni tanto che dal primo elenco dell’Ordinanza 9 settembre 2003 dove figuravano tutti i cani appartenenti al gruppo 1 e 2 della classificazione ENCI si arriva alla lista dell’Ordinanza 3 ottobre 2005 che ne comprende solo 17: American bulldog, cane da pastore di Charplanina, cane da pastore dell’Anatolia, cane da pastore dell’Asia centrale, cane da pastore del Caucaso, cane da Serra da Estreilla, Dogo Argentino, Fila brazileiro, Perro da canapo majoero, Perro da presa canario, Perro da presa Mallorquin, Pit bull, Pit bull mastiff, Pit bull terrier, Rafeiro do alentejo, Rottweiler, Tosa inu. SUMMARY The different ministers of the health have emanated four Ordinances regarding the so called “dangerous dogs” from 2003 till to today. Every Ordinance, lasting only for one year, has been renewed during years with some variations, in spite of the declared necessity of a normal low approved by the parliament. The authors in this first note examine the Ordinance September, 9 2003, September, 10 2004 (Sirchia Minister) and October, 3 2005 (Storace Minister) in which the list of dangerous dog breeds has been made with the aim to establish particular rules for the management of these dogs. The number of dog breeds in the list was progressively reduced in the renewed Ordinances that followed the first done. Every dog breed bearing to the group 1 and 2 of the ENCI classification had been inserted in the Ordinance dated September, 9 2003 and only the following 17 dog breeds were inserted in the Ordinance dated October, 3 2005: American bulldog, Charplanina Sheepdog, Anatolian Shepherd Dog, Central Asian Sheepdog, Caucasian Sheepdog, Cão da Serra da Estrela, Dogo Argentino, Fila brazileiro, Perro da canapo majoero, Perro da presa canario, Perro da presa Mallorquin, Pit bull, Pit bull mastiff, Pit bull terrier, Rafeiro do alentejo, Rottweiler, Tosa inu.
2007
Article
NonPeerReviewed
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it
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Biagi, Giulia and Nannipieri, Sandra and Marzotto, Giampaolo and Signorini, Giancarlo and Brunetti, Davide (2007) Tutela dell'incolumità pubblica dall'aggressività dei cani. Nota 1. Le ordinanze 9 settembre 2003 e 10 settembre 2004 e l’ordinanza 3 ottobre 2005. Annali della Facoltà di Medicina veterinaria, LIX/20 . pp. 135-143. ISSN 0365-4729
http://www.biblio.vet.unipi.it/annali2006/135.pdf
oai:eprints.adm.unipi.it:414
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Tutela dell’incolumità pubblica dall’aggressività dei cani. Nota 2. L’ordinanza 12 dicembre 2006
Biagi, Giulia
Nannipieri, Sandra
Marzotto, Giampaolo
Signorini, Giancarlo
Brunetti, Davide
VET/08 - Clinica medica veterinaria
RIASSUNTO Gli Autori prendono in considerazione e commentano gli articoli dell’Ordinanza 12 dicembre 2006, Tutela dell’incolumità pubblica dall’aggressione di cani, emanata dal Ministro della salute Livia Turco e concludono che tale problema non può essere affrontato con lo strumento giuridico dell’Ordinanza, provvedimento privo di qualsiasi effetto sanzionatorio e provvisorio in attesa di una legge definitiva. L’Ordinanza ripropone una lista di 17 razze di cani per i quali si impone in ogni luogo pubblico l’obbligo dell’uso contestuale del guinzaglio e della museruola; l’obbligo da parte di chi possiede tali cani e non è in grado di mantenerli nel rispetto delle disposizioni dell’Ordinanza, di interessare le autorità veterinarie competenti del territorio al fine di ricercare con le amministrazioni comunali idonee soluzioni di gestione dell’animale; il divieto di amputare ai cani coda e orecchie per motivi estetici; l’obbligo per i proprietari di razze pericolose di stipulare una polizza assicurativa di responsabilità per i danni alle persone; il divieto di interventi chirurgici che non siano giustificati dalla salvaguardia della salute dell’animale per tutti i tipi di cani; il divieto di addestramenti tesi ad aumentare l’aggressività degli “amici dell’uomo” e l’utilizzo di collari elettrici. SUMMARY The authors take in consideration and comment the articles of the Ordinance (December, 12 2006) emanated by the minister of the public health (Livia Turco) regarding the guardianship from dog assaults. The Ordinance lists 17 breeds of dogs for which is obliged the contextual use of leash and muzzle when these dogs are conducted in public areas. The Ordinance force the owners of this 17 breeds to stipulate an insurance for the potential damages to people. Anyone who possesses such kind of dogs and is not able to keep it in respect to the dispositions of the Ordinance, can leave his dog to the veterinary service, competent of the territory. The veterinary service, consequently, must find a management solution for the animal with the municipal administrations. In addition Ordinance forbid the dog training (carried out with the aim to increase the aggressiveness), the use of the shock collars, the cut of the dog tails and the surgical interventions to the ears (for aesthetic reasons not justified by the safeguard of the health of the animal). The authors conclude that the matter must be ruled by the parliament through a low, since it is not possible to give solutions to such problems though the instrument of the Ordinance, which is temporary and do not penalise the defaulters.
2007
Article
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it
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Biagi, Giulia and Nannipieri, Sandra and Marzotto, Giampaolo and Signorini, Giancarlo and Brunetti, Davide (2007) Tutela dell’incolumità pubblica dall’aggressività dei cani. Nota 2. L’ordinanza 12 dicembre 2006. Annali della Facoltà di Medicina veterinaria, LIX/20 . pp. 145-153. ISSN 0365-4729
http://www.biblio.vet.unipi.it/annali2006/145.pdf
oai:eprints.adm.unipi.it:415
2010-12-20T10:59:10Z
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Gli animali sui mezzi di trasporto privati e pubblici
Biagi, Giulia
Nannipieri, Sandra
Marzotto, Giampaolo
Signorini, Giancarlo
Brunetti, Davide
VET/08 - Clinica medica veterinaria
RIASSUNTO Da una disamina delle disposizioni legislative nazionali, come il Codice della Strada, dei regolamenti emanati dalle province per i trasporti extraurbani e dai comuni per i trasporti urbani o di quelli in vigore nelle compagnie aeree o di navigazione si conclude che, pur con alcune limitazioni, i nostri animali possono accompagnare il proprietario su qualsiasi mezzo di trasporto. Le regole che attualmente devono essere rispettate si possono riassumere sinteticamente come segue: - in auto, un cane o un gatto, di qualsiasi taglia, possono viaggiare sul sedile posteriore dell’auto, purché non costituiscano “impedimento o pericolo per la guida”; - in bicicletta ed in motocicletta, è necessario trasportare gli animali in appositi contenitori solidamente assicurati che non sporgano lateralmente o longitudinalmente oltre i cinquanta centimetri; - su autobus urbani ed extraurbani, metro e tram, i cani sono ammessi purché con museruola e guinzaglio; i piccoli animali domestici di altre specie devono essere chiusi in ceste od altri imballaggi sicuri; i cani guida per non vedenti viaggiano gratis; - sui taxi, possono viaggiare animali di piccola taglia; cani di grossa taglia possono essere rifiutati; - in treno, cani, gatti ed altri animali domestici come pesci rossi o canarini possono viaggiare gratis, nello scompartimento del loro proprietario, se sono racchiusi in contenitori di dimensioni non superiori a 70x50x30 cm; - in nave, è consentito il passaggio sul ponte o in spazi appositi, ed è vietato l’accesso in cabina; i cani devono essere muniti di guinzaglio e di museruola ed i gatti viaggiano in ceste o gabbiette; - in aereo, gli animali viaggiano nel bagagliaio; su richiesta del passeggero possono essere accettati come bagaglio a mano, in gabbia o contenitore, solo su prenotazione e pagamento di supplemento per eccedenza bagagli. SUMMARY In Italy pets can accompany the owner on whichever means of transport, even if with the some limitations. From the examination of Italian legislative dispositions like the Italian Rule of the Road, the rules of the Districts for the extracity transports, the rules of the Municipalities for the city transports, the rules of the airlines, and the rules of the navigation companies, the rules that the owner must respect can reassume synthetically like follow: - In car, a dog or a cat, of whichever size, can travel on the rear seat of the car, provided that they do not constitute “impediment or danger for the driver”. - In bicycle and motorcycle, it is necessary to transport the animals in suited containers solidly fixed to the mean. The containers must not lean laterally or longitudinally beyond fifty centimetres. - On city and extracity buses, undergrounds and trams, the dogs are admitted if provided with muzzle and leash. Small domestic animals, bearing to other species, must be closed in transport cages or other suited packings. The guide dogs for blind people travel without any charge. - On the taxis, animals of small size can travel; dogs of large size can be refused; - In train, dogs, domestic cats and other animals as red fish or canaries can travel gratis within their owner, if they are closed in transport cages less than cm 70x50x30. - In ship the passage on the bridge or in fitted spaces is allowed. The access to the cabins is prohibited. The dogs must wear leash and muzzle. The cats must travel in suited transport cages. - In airplane, the animals must travel in the baggage area. Upon request of the passenger they can be accepted in the cabin like hand baggage, if closed in suited cages or containers but only on reservation and after payment of supplement.
2007
Article
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it
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Biagi, Giulia and Nannipieri, Sandra and Marzotto, Giampaolo and Signorini, Giancarlo and Brunetti, Davide (2007) Gli animali sui mezzi di trasporto privati e pubblici. Annali della Facoltà di Medicina veterinaria, LIX/20 . pp. 155-164. ISSN 0365-4729
http://www.biblio.vet.unipi.it/annali2006/155.pdf
oai:eprints.adm.unipi.it:416
2010-12-20T10:59:08Z
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Pancreatite acuta nel cane secondaria a terapia anticonvulsivante con Fenobarbital impiegato singolarmente o in associazione al Bromuro di potassio
Bizzeti, Marco
Croce, Igor
Sgorbini, Micaela
VET/08 - Clinica medica veterinaria
RIASSUNTO In corso di terapia anticonvulsivante con Fenorbabital o con l’associazione Fenobarbital/Bromuro di potassio, è stata segnalata nel cane l’insorgenza di pancreatite acuta, ma solamente in alcuni studi è riportata la prevalenza. Scopo del presente lavoro è stato stabilire se fosse reale la relazione tra l’uso di farmaci anticonvulsivanti e patologie infiammatorie acute a carico del pancreas. Lo studio è stato condotto su 14 soggetti affetti da epilessia idiopatica e trattati con Fenobarbital da solo o in associazione a Bromuro di potassio. In tutti i soggetti è stato effettuato un esame obiettivo generale e particolare dell’apparato gastroenterico; inoltre è stato fatto un prelievo di sangue per la valutazione delle attività sieriche di alfa-amilasi e lipasi che aumentano anche in corso di pancreatiti acute. In caso di sintomi clinici riferibili a tale patologia ed in presenza di un aumento delle attività enzimatiche, sono stati eseguiti ulteriori accertamenti diagnostici (esame ecografico e test cPLI) che hanno confermato l’ipotesi diagnostica di coinvolgimento pancreatico. Nei cani epilettici trattati con solo Fenobarbital è stata accertata una prevalenza della pancreatite acuta del 14,3%, mentre nei cani trattati con l’associazione Fenobarbital/Bromuro di potassio abbiamo riscontrato una prevalenza della patologia del 43,8%. Alla luce dei risultati da noi ottenuti, possiamo affermare che sembra esistere un rischio di sviluppo di pancreatite acuta in soggetti sottoposti a terapia anticonvulsivante con Fenobarbital impiegato da solo o in associazione con Bromuro di potassio; inoltre sembra che il rischio sia maggiore per l’associazione Fenobarbital/Bromuro di potassio rispetto all’utilizzo del Fenobarbital da solo. SUMMARY Acute pancreatitis is reported in epileptic dogs treated with Phenobarbital or Phenobarbital/ Potassium bromide, even if the prevalence is not specified. The aim of this paper was to verify the relation between anti-convulsivant therapy and pancreatitis. Fourteen dogs with idiopathic epilepsy treated with Phenobarbital or with Phenobarbital/ Potassium bromide have been investigated. A complete clinical exam and a GI exam were performed; in all the subjects, serum activity of amylase and lipase was evaluated. In case of symptoms related to acute pancreatitis and/or pancreatic enzyme values increased, an ultrasound exam of the abdomen was performed and the cPLI were evaluated on blood samples, in order to verify the presumptive diagnosis of acute pancreatitis. The prevalence of acute pancreatitis in epileptic dogs treated with Phenobarbital alone was 14,3%, while the prevalence of this pathology in dogs treated with Phenobarbital/Potassium bromide was 42,8%. Our results seem to confirm what reported in literature concerning the relation between the anticonvulsivant therapy and acute pancreatitis. Furthermore, the prevalence of acute pancreatitis seems to be increased by the use of the association Phenobarbital/Potassium bromide.
2007
Article
NonPeerReviewed
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it
http://eprints.adm.unipi.it/416/1/165.pdf
Bizzeti, Marco and Croce, Igor and Sgorbini, Micaela (2007) Pancreatite acuta nel cane secondaria a terapia anticonvulsivante con Fenobarbital impiegato singolarmente o in associazione al Bromuro di potassio. Annali della Facoltà di Medicina veterinaria, LIX/20 . pp. 165-169. ISSN 0365-4729
http://www.biblio.vet.unipi.it/annali2006/165.pdf
oai:eprints.adm.unipi.it:417
2010-12-20T10:59:13Z
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http://eprints.adm.unipi.it/417/
Valutazione dell’efficacia dell’associazione ibafloxacin-metronidazolo nella terapia della leishmaniosi canina: studio preliminare
Bizzeti, Nome
Ariti, Gaetano
Mancianti, Francesca
Franceschi, Alberto
Sgorbini, Micaela
VET/08 - Clinica medica veterinaria
VET/06 - Parassitologia e malattie parassitarie degli animali
RIASSUNTO Nello studio è stata valutata l’efficacia dell’associazione ibafloxacin-metronidazolo nei confronti di Leishmania infantum. Sono stati trattati sei cani con almeno un segno clinico riferibile all’infezione e che avevano presentato effetti collaterali in seguito all’impiego di Antimoniato di N-metilglucamina o una presunta resistenza al farmaco. Gli animali sono stati sottoposti a trattamento per trenta giorni con ibafloxacin alla dose di 20 mg/kg/die e metronidazolo alla dose di 25mg/kg/die per via orale. Il follow up ha previsto un esame clinico, esami di laboratorio ed esami parassitologici. Al giorno 0 gli esami parassitologici erano positivi in tutti i cani esaminati. Al giorno 120 la remissione dei sintomi è avvenuta nella totalità dei casi, ed i parametri di laboratorio si sono normalizzati nella maggior parte dei soggetti. I titoli IFAT sono diminuiti significativamente, senza arrivare però ad una negativizzazione completa. La PCR si è negativizzata sul sangue in 4 cani e in 3 di questi anche su linfonodo. Non si sono presentate recidive fino a 90 giorni post-terapia. Non è stato riscontrato nessun tipo di effetto collaterale nei soggetti trattati. L’uso di questa terapia può essere quindi indicato sia in soggetti con alterazioni della funzionalità epatica e renale, che non potrebbero sostenere una trattamento con antimoniali, sia come trattamento alternativo nei soggetti che presentano resistenza agli antimoniali. L’utilizzo di ibafloxacin può amplificare l’effetto terapeutico di un trattamento specifico ad azione diretta contro Leishmania infantum, riducendo così i fenomeni di resistenza sempre più frequenti che si verificano con l’uso improprio degli antimoniali. SUMMARY The efficacy of the association ibafloxacin–metronidazole against Leishmania infantum has been investigated. Six dogs with intolerance or resistance to meglumine antimoniate and with at least one clinical sign were treated. All the dogs received 20 mg/kg/die of ibafloxacin and 25mg/kg/die of metronidazole orally during a 30 days period. Follow-up was carried out by clinical, haematological, biochemical, sierological and parasitological exams, and PCR was performed on blood samples and lymphnodes. At day 0, all the subjects scored positive. At day 120, the remission of clinical signs was noticed in all the animals and laboratory parameters regressed within the normal ranges. Antibody titres showed a significant decrease, but not a negativisation. PCR became negative on blood samples in 4/6 dogs, and on lymph nodes in 3/6 of those subjects. No relapses occurred 90 days after the end of therapy. No collateral effect in all the dogs treated. This therapy could be indicated both in dogs with liver or kidney disease that could not tolerate antimoniate therapy and for alternative treatment. Ibafloxacin has been proven to enhance the therapeutic effect of a specific treatment for L. Infantum affected dogs, thus to reduce the antimoniate resistence for inappropriate use.
2007
Article
NonPeerReviewed
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it
http://eprints.adm.unipi.it/417/1/171.pdf
Bizzeti, Nome and Ariti, Gaetano and Mancianti, Francesca and Franceschi, Alberto and Sgorbini, Micaela (2007) Valutazione dell’efficacia dell’associazione ibafloxacin-metronidazolo nella terapia della leishmaniosi canina: studio preliminare. Annali della Facoltà di Medicina veterinaria, LIX/20 . pp. 171-179. ISSN 0365-4729
http://www.biblio.vet.unipi.it/annali2006/171.pdf
oai:eprints.adm.unipi.it:420
2010-12-20T10:58:51Z
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Choledocholithiasis in a dog coledocolitiasi in un cane
Marchetti, Veronica
Modenato, Mario
Citi, Simonetta
Guidi, Grazia
VET/08 - Clinica medica veterinaria
SUMMARY A 14-year-old, intact male Siberian Husky was examined because of recurrence of inappetence, weakness and vomiting. Results of a CBC showed mild normocytic normocromic anaemia, hypereosinophilia with activated monocytes. Increase of ALT, AST, ALP, GGT, cholesterol and bilirubin supported a diagnosis of hepatobiliary disease. Abdominal ultrasound evaluation showed an incomplete extrahepatic biliary tract obstruction (EHBO), with suspected cholelithiasis and cholecystitis. Any evidence of radiopaque stone was showed at abdominal radiography. A cause to the incomplete response to medical treatment with amoxicilline and clavulanic acid, ursodeoxycholic acid, vitamin E and silymarin, biliary surgery was performed, showing a hugely dilated biliary tree and several stones in the common bile duct. The choleliths were removed, using a combined approach through common bile duct, gallbladder and duodenum. During surgery a biopsy sample was collected, and histologically a diagnosis of chronic cholangitis with diffuse cholestasis and periportal fibrosis was formulated. The bacterbilia was not demonstrate to cultural and cytologic exam. Any complication was revealed in postoperative time; the clinical condition, CBC and serum biochemical profile were normal during the 8- month follow-up period. Stones usually form in the gallbladder, but sometimes they can form directly in the common bile duct or move here from the biliary tree. Multiple small stones, causing incomplete obstruction, with a major one of 1,5x7mm, were removed from the final tract of the common bile duct in this dog. RIASSUNTO Un Siberian Husky, maschio intero di 14 anni, è stato portato alla nostra attenzione per episodi ricorrenti di disappetenza, abbattimento e vomito. L’emogramma rivelava la presenza di una lieve anemia normocitica normocromica, accompagnata da eosinofilia e monociti attivati. L’incremento di ALT, AST, ALP, GGT, colesterolo e bilirubina, evidenziabili nel profilo biochimico, supportavano l’ipotesi diagnostica di una patologia epatobiliare. L’ecografia addominale confermava la presenza di un’ostruzione incompleta delle vie biliari extraepatiche, con sospette colelitiasi e colecistite. Il radiogramma addominale non evidenziava radiopacità sospette nell’area epatica. In seguito alla parziale risposta al trattamento medico a base di amoxicillina e acido clavulanico, acido ursodeossicolico, vitamina E e silimarina, il paziente veniva sottoposto a terapia chirurgica. La laparotomia permetteva di confermare la dilatazione delle vie biliari e metteva in evidenza la presenza di diversi coleliti nel coledoco. I coleliti venivano rimossi con un approccio combinato attraverso il coledoco, la colecisti ed il duodeno. In sede chirurgica venivano eseguiti campionamenti bioptici del fegato e della colecisti; l’esame istologico formulava diagnosi di colangite cronica con colestasi diffusa e fibrosi periportale. La bile risultava negativa per batteri sia all’esame citologico che colturale. Nel periodo postoperatorio non sono comparse complicazioni e durante il follow up di 8 mesi si è assistito ad una normalizzazione stabile dell’emogramma e del profilo biochimico. I coleliti solitamente si formano nella colecisti, ma in alcuni casi si possono formare nel coledoco o arrivare in questa sede dalle vie biliari superiori. In questo cane, nel tratto finale del coledoco, sono stati rimossi alcuni piccoli coleliti ed un calcolo di 1,5x7 mm che causavano una incompleta ostruzione delle vie biliari.
2007
Article
NonPeerReviewed
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it
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Marchetti, Veronica and Modenato, Mario and Citi, Simonetta and Guidi, Grazia (2007) Choledocholithiasis in a dog coledocolitiasi in un cane. Annali della Facoltà di Medicina veterinaria, LIX/20 . pp. 209-219. ISSN 0365-4729
http://www.biblio.vet.unipi.it/annali2006/209.pdf
oai:eprints.adm.unipi.it:422
2010-12-20T10:58:54Z
7374617475733D707562
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http://eprints.adm.unipi.it/422/
Stress ossidativo e tempi di recupero nel cane da caccia
Pasquini, Anna
Luchetti, Elena
Cardini, Giovanni
VET/08 - Clinica medica veterinaria
RIASSUNTO Una sovrapproduzione di radicali liberi, in particolare delle specie reattive dell’ossigeno (ROS), che non viene efficacemente contrastata dalla barriera antiossidante plasmatica, durante l’esercizio fisico aerobio, determina uno stress ossidativo nell’organismo. Lo scopo di questo studio è stato quello di verificare la possibilità di utilizzare i test fotometrici d-ROMs (derivati dei metaboliti reattivi dell’ossigeno) e BAP (potenziale antiossidante biologico) (Diacron, Grosseto, It) per monitorare i tempi di recupero in cani da caccia allenati dopo un’attività fisica aerobica. Due gruppi di cani, rispettivamente 9 pointer e 9 bracchi, sono stati monitorati, con d-ROMs e BAP test, nello svolgimento di una prova di caccia pratica, con prelievi di sangue svolti ad intervalli regolari durante la fase di caccia e nella settimana di riposo successiva. I dati ottenuti per entrambi i parametri indagati, raggruppati per momento di campionamento, sono stati analizzati, tramite l’ANOVA e il test tukey-Kramer per evidenziare le eventuali differenze significative tra i gruppi per p<0.05. I risultati ottenuti hanno evidenziato uno stress ossidativo in tutti i soggetti esaminati da subito prima ad un ora dopo la fine della prova ed un graduale recupero dei valori fisiologici nel tempo fino a circa il 90% dei soggetti dopo una settimana di riposo. SUMMARY During aerobic exercise, an intensive reactive oxygen species (ROS) production together an ineffective total antioxidant power, can induce an oxidative stress condition. The aim of this study was to verify the use of d-ROMs (reactive oxygen metabolites derivatives) and BAP (biological antioxidant potential) photometric tests (Diacron, Grosseto, It) to monitor recovery times of dogs after a practical hunting trial. Nine pointers and nine hounds were tested, at regular intervals, during the hunting trial and the following week. Both parameters data, collected on the basis of sampling time, were analyzed by ANOVA test and tukey–Kramer test. Statistically significant differences between various groups were evidenced (p<0.05). Results point out oxidative stress in every subject before the exercise until one hour after the trial. A gradual recovery of physiologic parameters happen, in nearly 90% of dogs after a rest week.
2007
Article
NonPeerReviewed
application/pdf
it
http://eprints.adm.unipi.it/422/1/229.pdf
Pasquini, Anna and Luchetti, Elena and Cardini, Giovanni (2007) Stress ossidativo e tempi di recupero nel cane da caccia. Annali della Facoltà di Medicina veterinaria, LIX/20 . pp. 229-235. ISSN 0365-4729
http://www.biblio.vet.unipi.it/annali2006/229.pdf
oai:eprints.adm.unipi.it:424
2010-12-20T10:58:28Z
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Valutazione dell’utilità del leucogramma, fibrinogenemia ed esame ecografico del torace nella diagnosi precoce della Rodococcosi nel puledro
Sgorbini, Micaela
Petti, Roberta
Marmorini, Paola
Rossi, Giacomo
Bizzeti, Marco
Corazza, Michele
VET/08 - Clinica medica veterinaria
RIASSUNTO La Rodococcosi è una malattia che colpisce il cavallo ed altri mammiferi compreso l’uomo. Il batterio è un coccobacillo immobile, Gram+, asporigeno, aerobio obbligato, tellurico, coprofilo ed è un patogeno intracellulare facoltativo, con la capacità di vivere nei macrofagi alveolari inibendo la fusione del fagosoma con il lisosoma. Si sviluppa molto velocemente nelle feci equine e i puledri si infettano in particolare per via aerogena quando il batterio è disperso in aerosol. Le manifestazioni cliniche nei puledri che arrivano a sviluppare la polmonite piogranulomatosa sono paucisintomatiche e gli ascessi non sono facilmente rilevabili con la visita fisica, ma ben evidenziabili attraverso l’esame radiografico ed ecografico del torace. Scopo della presente indagine è stato quello di verificare l’attendibilità di alcuni esami di laboratorio e dell’esame ecografico delle pleure nella diagnosi di Rodococcosi del puledro. Lo studio è stato condotto durante le stagioni riproduttive 2004-2005, durante le quali sono stati esaminati 25 puledri tra i 3,5 e i 5,5 mesi. I soggetti sono stati controllati regolarmente con l’esame obiettivo particolare dell’apparato respiratorio e attraverso esame ecografico delle pleure. I 13/25 puledri (52%) che non hanno manifestato alcun sintomo di malattia e sono risultati negativi all’esame ecografico sono stati ritenuti sani e hanno costituito il gruppo di controllo. I puledri sani sono stati sottoposti a prelievi del sangue ogni 15 giorni per un periodo di due mesi (giugno-luglio), per la determinazione di WBC e fibrinogenemia. Il gruppo dei malati (12/25 soggetti pari al 48% degli esaminati) è stato definito tale sulla base dei rilievi clinici, dell’esame immunoistochimico del lavaggio broncoalveolare e sui rilievi ecografici; questi puledri sono stati controllati il giorno della diagnosi, quindi ogni 3 giorni fino alla risoluzione del caso. L’aumento della fibrinogenemia associato a valori nella norma dei WBC è un indice di patologia respiratoria in atto, ma non di Rodococcosi, perchè i soggetti che non hanno presentato rilievi ecografici e sintomatologia caratteristici (ascessi, murmure respiratorio aumentato e rumori crepitanti) sono guariti in seguito a terapia antibiotica aspecifica. Nei puledri con Rodococcosi sono stati osservati aumento dei WBC e della concentrazione della fibrinogenemia, associati a rilievi ecografici caratteristici. In 2/3 soggetti la terapia con eritromicina e rifampicina è risultata efficace, 1/3 è morto. SUMMARY R. Equi infection affects horse, other mammalians and human beings. Rodococcosis in foals causes suppurative broncopneumonia with abscesses, detected by radiography and ultrasonography. R. equi is a soil organism, Gram+, obligate aerobe, fixed, coprophylic, asporigen, facultative intracellular pathogen that persists in macrophages preventing phagosomelysosome fusion. It grows in the manure and the foals became infected by oral and respiratory route transmission. The aim of this work was to verify the usefulness of some laboratory exams and pleural ultrasonography as diagnostic tools of R. equi infection in foals. The study was performed during breeding seasons 2004-2005. Twenty-five foals aged 3,5-5,5 months were examined; 13 foals (52%) were considered healthy and used as control group. Blood samples were obtained every 15 days from each foal to measure WBC and plasma fibrinogen concentration and pleural ultrasound were performed every 15 days. Twelve foals (48%) showed illness (cough, depression, decreased growth, fever, etc.) and were included in the ill group. These foals were examined at the day of diagnosis and every 3 days until the recovery (laboratory exams and pleural ultrasound), 3 of 12 had rodococcosis. In our study, the high value of plasma fibrinogen concentration with normal WBC could be secondary to respiratory disease, but not to R. equi infection. These patients did not showed specific clinical manifestations and ultrasonographic alterations (abscesses, higher respiratory murmur and crackle noises) and they needed only aspecific antibiotic therapy. Marked increase of WBC with moderately increase of plasma fibrinogen concentration might be considered a more diagnostic tool in rodococcosis, because in our study they were associated with specific ultrasonographic and clinical alterations. These foals needed the specific therapy (rifampin associated with erythromycin) for recovery.
2007
Article
NonPeerReviewed
application/pdf
it
http://eprints.adm.unipi.it/424/1/245.pdf
Sgorbini, Micaela and Petti, Roberta and Marmorini, Paola and Rossi, Giacomo and Bizzeti, Marco and Corazza, Michele (2007) Valutazione dell’utilità del leucogramma, fibrinogenemia ed esame ecografico del torace nella diagnosi precoce della Rodococcosi nel puledro. Annali della Facoltà di Medicina veterinaria, LIX/20 . pp. 245-252. ISSN 0365-4729
http://www.biblio.vet.unipi.it/annali2006/245.pdf