Menchelli-Buttini, Francesca (2009) Echi raciniani nella Clemenza di Tito di Metastasio-Hasse (1759). D'Une scène à l'autre. L'opéra italien en Europe., Volume . pp. 109-124.
Abstract
RIASSUNTO Il libretto della Clemenza di Tito (1734) è fra quelli in Metastasio che affiancano più lucidamente il contenuto politico e la magnificenza dell’apparato pubblico con implicazioni e problematiche connesse allo sviluppo dei caratteri. Come per solito, Metastasio trae l’argomento da fonti di matrice classica (in particolare le Vite di Svetonio), poggiando per la stesura dell’ordito sulla griglia elaborata da tragedie e melodrammi coevi, secondo la prassi del riuso citazionistico tipica di tutta una maniera letteraria. In questo caso suggestioni corneilliane e raciniane, divise prevalentemente fra Cinna (1640-1641) e Andromaque (1667), avvalorano il duplice aspetto della materia e somministrano i momenti salienti del dramma, che il libretto ridispone con impareggiabile ingegno in equilibri affatto nuovi, talora attraverso metamorfosi profonde dei modelli riguardo all’impianto e alla caratterizzazione dei personaggi: una riscrittura adeguata alle diverse convenzioni di genere, valide anche per il passaggio inverso dal melodramma alla tragedia nella traduzione francese di Pierre-Laurent Buirette de Belloy (Titus, 1757). Da Cinna discendono la cornice politica e il motivo della cospirazione, cui Andromaque porge le ragioni psicologiche sotto forma di una sequenza di relazioni amorose frustrate che in Metastasio, come già in Racine, conducono all’attentato contro il sovrano. L’ispirazione, tuttavia, appare attratta non dal celebre dilemma di Andromaca bensì dallo sdegnato orgoglio di Ermione, i cui confronti con Oreste illuminano le scene fra Vitellia e Sesto nel libretto. I punti dell’intreccio che riscrivono il motivo raciniano offrono la sostanza per analizzare la qualità delle scelte interpretative di Hasse nella sua ultima intonazione del libretto (Napoli, 1759). Anche ad un esame superficiale risultano tendenze significative rispetto al testo metastasiano, come per esempio la valorizzazione del ruolo di Sesto oppure il rilievo garantito ad aspetti quali nostalgia e ripiegamento nella caratterizzazione di Tito. In particolare, l’attenzione al rapporto fra poesia, musica e gesto si giova nel commento delle prospettive critiche maturate negli ultimi trent’anni, soprattutto grazie agli studi di Reinhard Strohm, nella convinzione che al linguaggio musicale di Hasse (e della sua epoca) vada riconosciuta la possibilità di sottintendere azioni e di possedere forza espressiva. SUMMARY La clemenza di Tito is one of Metastasio’s most famous (and often studied) dramas. Musicologists have been attracted by its late setting by Mozart, just as literary scholars have shown interest in its relationship with authoritative sources such as Corneille’s Cinna and Tite et Bérénice, and Racine’s Bérénice and Andromaque. From Corneille’s Cinna Metastasio derives the treatment of the conspiracy motive, but then combines the political issues with a Racinian psychological situation. Andromaque provides a chain of frustrated love relationships. In these Metastasio, like Racine, finds personal reasons that lead to the attempt on the king’s life. Out of jealousy and offended pride, Vitellia and Hermione first urge Sesto and Oreste to take revenge on the ‘unfaithful’ Tito and Pyrrhus, and then deny any responsibility for the crime. In La clemenza di Tito Metastasio seems to combine the political and intimate themes that he derives from Corneille’s Cinna and Racine’s Andromaque. This favours the organization of the libretto in larger units containing from three to six scenes, where both recitatives and arias determine the dramatic situation. In the analysis, I shall thus discuss how Hasse’s music reacts to the level of the Racinian themes, trying to highlight the dramatic and musical coherence of selected sequences of scenes.
Repository staff only actions
![[img]](http://eprints.adm.unipi.it/style/images/fileicons/application_pdf.png)
