Tetradrakmaton

Il Fedro di Platone

Bollettino telematico di filosofia politica
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La retorica come tecnica (Fedro 260d-262c)

Abstract

Rhetoric might defend itself against Socrates' criticism by drawing a distinction between the knowledge of truth and the ability to win people's approval. In other words, rhetoric is to be intended as a specific technical skill that is used in courts and other political gatherings. Socrates answers that rhetoric is needed in every place where men use words to persuade each other, from philosophy to private gatherings. It is, as it were, a kind of psychagogia (an art which leads the soul). Besides, the best way to make people change their minds is to start from something they like, to lead them to some other, slightly different, ideas, by making them believe that the former and the latter are the same. To do so, a good rhetorician should know the truth about the concepts of them. Therefore, there is no rhetoric without truth.

La retorica, prosegue Socrate, potrebbe opporre, a un simile argomento, la seguente distinzione:

Io non costringo nessuno che ignori la verità a imparare a parlare, ma se il mio consiglio vale qualcosa, si dovrebbe prendere me, una volta acquisita la verità. Ecco, invece, quanto affermo con forza: senza di me chi conosce la verità non otterrà nulla di più dal punto di vista della techne di persuadere. (260d)

La retorica vorrebbe legittimarsi come una techne, cioè come una disciplina tecnico-scientifica settoriale, che definisce un suo proprio oggetto, dei suoi propri princìpi e delle sue proprie procedure. Socrate contesta questa tesi: per lui la scienza della comunicazione può essere scienza solo se pone il problema della verità - solo, cioè, se è filosofia. Altrimenti, secondo lui, non merita il nome di techne, ma solo quello di pratica empirica (atechnos tribé).(261a) E se nel Fedro si dimostrasse effettivamente che la retorica è scientifica solo se è filosofica, ne seguirebbe che il problema della comunicazione del sapere non è una questione riservata a una tecnica particolare, diversa dalla filosofia, bensì è un tema filosofico a tutti gli effetti.

Socrate propone a Fedro una definizione di retorica come una sorta di psychagogia o arte di guidare le anime.(261a) Come abbiamo già visto, quando Socrate parla di anima non si riferisce alle persone come si incontrano nella vita quotidiana, ma ad una capacità di ragionare e di conoscere che viene pensata come qualcosa di diverso da quello che noi siamo fisicamente e storicamente. Di conseguenza, l'uso di quest'arte è da lui esteso a tutte le riunioni private e dunque molto al di là delle occasioni, indicate da Fedro, nelle quali e per le quali la retorica era stata impiegata e codificata come tecnica: i tribunali e le altre assemblee pubbliche.

In altre parole Socrate pensa, all'antica, che in tutte le interazioni umane si ponga il problema della comunicazione e della formazione. Anche per questo la retorica non può essere trattata come una tecnica settoriale. Tuttavia il suo interlocutore, Fedro, intende la retorica proprio in quest'ultimo modo. Socrate dovrà cercare di condurlo, psicagogicamente, dalla sua prospettiva ristretta a una prospettiva più ampia, procedendo per piccoli passi.

In primo luogo, Socrate suggerisce a Fedro che la retorica non viene usata solo dai prìncìpi del foro e della politica, ma da una miriade di persone - dagli eroi omerici ai filosofi eleatici. In tutti questi casi, sia che si tratti di discutere del giusto e dell'ingiusto, come nelle assemblee politiche e giudiziarie, o del carattere illusorio del movimento, come faceva l'eleatico Zenone, l'abilità di chi parla consiste nel far apparire la stessa cosa, al medesimo pubblico ora in un modo, ora in quello opposto. (261d) Ma questa abilità ha occasione di manifestarsi in tutti gli ambiti in cui gli uomini usano la parola per convincersi a vicenda. Si tratta, ora, di capire in che modo questa abilità funziona.

L'inganno avviene fra le cose che differiscono molto, o piuttosto fra quelle che differiscono poco? (261e)

Se definiamo la retorica come un'arte dell'illusione, ma vogliamo tuttavia spiegare in che modo è possibile produrre questa illusione, abbiamo bisogno di conoscere la verità - almeno per render conto dei "trucchi" che il retore usa. Se non conoscessimo gli equini, non saremmo in grado di renderci conto dell'abilità tecnica del venditore che è riuscito a spacciare un asino al prezzo di un cavallo. D'altra parte, in casi come questi l'inganno ha successo proprio perché l'asino, appartenendo alla stessa famiglia, somiglia effettivamente al cavallo.

E' dunque possibile che qualcuno sia così abile tecnicamente (technikos) da produrre a poco a poco dei cambiamenti, facendo passare ogni volta da ciò che è in realtà al suo contrario, ed egli stesso sottrarsi all'inganno, senza essere già in possesso della conoscenza di ogni realtà (ekaston ton onton)? (262b)

Con questo argomento, Socrate ha riconnesso la retorica come tecnica particolare al più generale problema della verità, e dunque alla filosofia. Ma questa riconnessione comporta una ambiguità: la retorica è stata presentata come arte dell'inganno e della manipolazione. Dobbiamo pensare che lo sia anche la filosofia?

Link rilevanti

Maria Chiara Pievatolo. La natura dell'anima (Fedro 245c-246a).

Platone. Fedro 260d-262c.


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