Tetradrakmaton

Il Fedro di Platone

Bollettino telematico di filosofia politica
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Una critica tecnica (Fedro 234c-237a)

Abstract

Socrates does not appreciate Lysias' speech, because it repeats the same old things in different words. But repetition was the major device that oral cultures used to preserve and to propagate information. Socrates, by criticizing Lysias, is picking apart the whole Greek oral tradition as well.

Conclusa la lettura del discorso, Fedro chiede a Socrate il suo parere. "Non ti pare splendido, soprattutto per i nomi? (tois onòmasin) (234d)

La scelta delle parole o, letteralmente, dei nomi, è essenziale per la composizione di un discorso persuasivo. I "nomi", come sappiamo dalla VII Lettera, sono convenzionali. L'oratore, che parla senza essere interrotto, può orientare il suo uditorio senza che questo ne sia consapevole, semplicemente scegliendo i termini più appropriati per associarli a ciò che vuole gli ascoltatori apprezzino o disprezzino. E' quello che ha fatto lo stesso Lisia, quando ha sistematicamente associato all'eros parole come malattia, inaffidabilità, mancanza di autocontrollo. Questa strategia, che ha successo soprattutto quando la struttura del mezzo di comunicazione adottato non permette l'interazione, e quindi nessuno può contestare una scelta tendenziosa delle parole, funziona se riesce a condurre l'ascoltatore a dare per scontata l'associazione verbale che gli suggeriamo, bloccando la sua riflessione ancor prima che abbia inizio. La dialettica socratico-platonica usava l'interazione e cercava una definizione consensuale e internamente coerente dei termini, proprio allo scopo di sottrarsi all'incantesimo delle parole.

Socrate, a differenza di Fedro, non apprezza il discorso di Lisia, per due motivi principali:

I due aspetti stigmatizzati da Socrate sono in realtà due elementi essenziali dell'arte del comunicare propria delle culture orali: la ripetizione serve a fissare una nozione nella memoria di un uditorio incapace di concentrazione; e tutti gli argomenti efficaci che si possono usare sono necessariamente risaputi, proprio perché le culture orali riescono a far ricordare le cose soltanto rendendole risapute, a furia di ripeterle.

Link rilevanti

Maria Chiara Pievatolo. La VII lettera.

Platone. Fedro 234c-237a.


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