Tetradrakmaton

Il Fedro di Platone

Bollettino telematico di filosofia politica
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Il primo discorso di Socrate (Fedro 237b-241c)

Abstract

Socrates' first speech on love contains some important theoretical features of Platonism: the dialectical method, dichotomy as a definition procedure, a "political" depiction of soul as the risult of the interaction of inner powers. Eros is represented, just like in the Republic, as am inner tyrant that determinates also despotic relationships with others. Why then does Socrates feel remorse for his speech?

Socrate cede all'insistenza di Fedro e propone un suo discorso volto a dimostrare la stessa tesi argomentata da Lisia, facendo a gara di sophia (sapienza, competenza tecnica) con lui (236b). Ma lo pronuncia col capo coperto, come se ne provasse vergogna (237a), e lo riporta attribuendolo a un altro - un immaginario pretendente che si rivolge al ragazzo che corteggia. Il suo discorso è costruito in base alle strutture concettuali della filosofia socratico-platonica.

Per coloro che si apprestano a deliberare appropriatamente su ogni cosa, ragazzo, c'è un solo principio (arché): sapere su che cosa si delibera, oppure, necessariamente, commettere errori. Ma ai più rimane nascosto che non sanno l'ousia di ciascuna cosa. Comportandosi come se la conoscessero, non pervengono a un accordo al principio dell'indagine, e andando avanti ottengono verosimilmente di non essere d'accordo né con se stessi né con gli altri. (237c)

Il discorso comincia esponendo uno dei principi fondamentali della dialettica socratico-platonica: per evitare l'uso equivoco delle parole tipico della retorica e della poesia, il primo passo del procedimento dialettico consiste nel concordare una definizione esauriente e coerente dell'oggetto di cui si discute. Occorre pertanto individuare l'ousia dell'oggetto in discussione, cioè il complesso di proprietà tipiche il quale permette di identificare univocamente che cosa sia ciò di cui si sta parlando. Se non compiamo questo passo, non riusciremmo a parlare in modo coerente dell'oggetto in questione - non saremo d'accordo con noi stessi - e incorreremo in equivoci con gli altri, cioè non saremo d'accordo neanche con loro. L'ambiguità delle parole può essere sfruttata a proprio vantaggio da chi comunica a fini retorici; ma per chi va in cerca della verità, come sappiamo dalla VII Lettera, è un limite e un problema.

...poiché a me e a te si propone la questione se si debba entrare in amicizia con chi ama o con chi non ama, stabiliamo in accordo (omologia) un oros (delimitazione, regola, definizione) a proposito dell'eros, e cioè che cos'è e qual è il suo potere, e poi, tenendo fisso lo sguardo a questa definizione e facendovi riferimento, ricerchiamo se l'eros arreca vantaggio o danno. (237c-d)

L'eros è un desiderio (epithymia) che ha ad oggetto il kalon (bello); ma sappiamo che anche chi non ama desidera cose belle. Occorre dunque rendere più specifica la definizione, e questo viene fatto con il metodo platonico della dicotomia: si comincia da un genere molto ampio, e lo si suddivide in due parti; si compie, eventualmente, la medesima operazione con ciascuno dei due termini ottenuti, e si procede così finché non si ottiene una definizione che identifichi precisamente l'oggetto di indagine.

C'è in ciascuno una coppia di principi (idea) che lo guidano e lo governano (327d):

Questi principi possono essere, reciprocamente, in armonia oppure in conflitto.

Quando l'opinione conduce all'ottimo tramite la ragione (logos) e domina, il suo dominio ha il nome di sophrosyne (autocontrollo). Ma quando il desiderio ci trascina irrazionalmente verso i piaceri e governa in noi, il suo governo viene denominato hybris (tracotanza, tracimazione, mancanza di controllo). (237e-238a)

Una persona può essere tiranneggiata o comandata da desideri diversi, con diversi oggetti (238b). Si ha eros quando va al potere un desiderio irrazionale per il piacere della bellezza, assieme con altri desideri affini per la bellezza del corpo. (238c) Ma se l'innamorato è dominato dal desiderio e schiavo del piacere, non sarà vantaggioso avere relazioni con lui, perché non farà l'interesse dell'amato, bensì sarà guidato esclusivamente a soddisfare la passione che lo trascina (238e).

Il primo discorso di Socrate contiene molti elementi caratteristici della filosofia socratico-platonica:

Perché, allora, Socrate si pente del suo discorso?

Link rilevanti

Maria Chiara Pievatolo. Il discorso di Lisia (Fedro 231a-234b).

Maria Chiara Pievatolo. La sophrosyne come virtù politica.

Platone. Fedro 237b-241c.


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