Tetradrakmaton

Il Fedro di Platone

Bollettino telematico di filosofia politica
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Medicina e retorica (Fedro 268a-272c)

La pubblicità del sapere
La techne di scrivere

Abstract

Socrates proposes a comparison between rhetoric and medical science: a person who knows how to apply various drugs to people, so as to make them warm or cold, or make them vomit and all that sort of things, is not yet a physician. To be a physician, he needs a systematic science indicating whom he ought to cause to do these things, and when, and how much. Rhetoric works on the souls of people just like medicine works on their bodies; therefore the rhetorician should have a scientific knowledge of the soul, just like a physician should know the body.

Per stabilire se le procedure proprie della retorica possono essere oggetto di una disciplina autonoma, Socrate propone un paragone con la medicina. Nel V secolo, la medicina, grazie alla scuola di Ippocrate di Kos, aveva raggiunto la maturità di una techne autonoma, dotata di un suo proprio oggetto e di suoi propri princìpi e procedimenti. Anche la medicina possiede, come la retorica, una collezione di procedure caratteristiche. Lo stesso vale per le altre due technai addotte come esempi: l'arte tragica e l'armonia. Il possesso di procedure specifiche è sufficiente a riconoscere alla retorica lo statuto di una techne?

Per rispondere a questa domanda, Socrate isola le procedure delle tre technai e chiede rispettivamente se, per essere medico, sia sufficiente saper provocare cambiamenti di stato al corpo, raffreddandolo, riscaldandolo o purgandolo; se per essere un tragico basti saper comporre lunghe tirate o battute icastiche, lacrimevoli o spaventose; e se per essere un maestro d'armonia sia sufficiente saper trar fuori suoni da uno strumento. In tutti e tre i casi, la risposta è negativa:

La conoscenza delle procedure è una condizione necessaria, ma non sufficiente: la differenza fra un medico e un infermiere non sta in quello che sanno fare, ma nella presenza o meno di un sapere scientifico sistematico che giustifichi, motivi e connetta l'applicazione delle cure. Una techne è tale non soltanto perché possiede delle nozioni, ma perché tali nozioni sono collegate fra loro in modo sistematico, in un intero (holon); il tecnico, pertanto, è in grado di giustificare razionalmente l'appropriatezza della procedura da lui prescelta. (269c) Stando così le cose, è possibile proporre un parallelismo fra la medicina, modello delle technai, e la retorica:

Socrate: - In entrambi si deve analizzare (dialesthai) la natura, del corpo in un caso, dell'anima nell'altro, se si vogliono applicare con techne, e non solo con la pratica (tribé) e l'esperienza, all'uno farmaci e dieta per produrre salute e vigore, all'altra discorsi e occupazioni regolari, per darle la persuasione e la virtù che si desidera. -

Fedro: - E' verosimilmente così, Socrate. - (270b)

Socrate: - Ma pensi sia possibile comprendere la natura dell'anima senza quella del tutto (holon)?

Fedro: -Se si deve credere a Ippocrate, che è un Asclepiade, senza questo metodo non si può neppure trattare del corpo. - (270c)

E' importante conoscere la natura dell'anima; e questo sapere è possibile soltanto in relazione all'holon, cioè alla totalità intesa, sistematicamente, come intero. Platone non sta costruendo un universo metafisico fondato su una essenza antropologica; sta dicendo, piuttosto, che un sapere può essere scientifico, cioè intersoggettivo e universale, soltanto se si fonda sull'astrazione e sul ragionamento. La mera pratica, anche quando le capita di funzionare, non sa spiegare e giustificare se stessa perché manca di tale elemento. Per questo, l'anima di cui parla Platone è qualcosa che dobbiamo pensare come possibile, ma di cui non facciamo mai esperienza nella sua purezza: non a caso essa è oggetto soltanto di un mito.

Stando così le cose, il metodo di indagine proprio di una techne si comporrà di questi passi:

  1. considerare se «ciò di cui vogliamo diventare esperti (technikoi) e capaci di rendere esperti altri sia semplice o multiforme»;
  2. «se è semplice, esaminare quale sia la sua potenzialità di natura di agire e su che cosa, e la potenzialità di venir influenzata e da che cosa; se invece ha una pluralità di forme, dopo averle enumerate,» fare la medesima indagine per ciascuna di esse. (270d)

Nel caso della retorica, l'oggetto su cui si dovranno compiere queste operazioni, per coglierlo nella sua realtà o essenza (ousia), sarà l'anima (270e), cui la retorica stessa si indirizza. (271a) Si dovrà dunque stabilire se è semplice e multiforme, come agisce e in che modo viene influenzata; si dovranno catalogare i generi di anima e infine si dovranno stabilire i generi di discorso che si addicono a ciascuno. (271b)

La pubblicità del sapere

Abstract

If rhetoric can be a science only if it identifies itself with philosophy, we have to ask whether a philosophical rhetoric is to be considered as the science of manipulating people. Manipulation, however, could attain success only if it conceals its goal and its procedures. Philosophy, on the contrary, needs publicness and transparency to be a science; a philosophical rhetoric should give up its secrecy as well. Therefore, the very idea of a philosophical science of manipulating people is self-defeating.

Socrate ha cercato di mostrare che la retorica può ambire legittimamente allo statuto di techne solo se riconosce che la sua parte scientifica è identica con la filosofia. Questo sembra gettare una luce ambigua sulla stessa filosofia: il filosofo potrebbe essere visto come un "tecnico" che, conoscendo scientificamente l'anima umana, sa come manipolarla nella maniera più efficace.

Tuttavia, quando Platone parla di psyché non si riferisce affatto a un concetto antropologico: l'anima, che viene pensata come immortale, non è la collezione dei nostri stati "psichici" nel senso empirico del termine, bensì la capacità, presente in noi, di ragionare e di approssimarci alla verità. La differenza fra le anime, in questa prospettiva, non è una differenza caratteriale, bensì è connessa al grado di anamnesis presente in ciascuna. Questo non viene detto da nessuna parte nel Fedro. Si può tuttavia dedurre dal secondo discorso di Socrate: le anime umane sono strutturate in modo da avere le stesse potenzialità di ascesa e di caduta e le loro differenze sono date unicamente dalla storia.

In secondo luogo, la manipolazione può funzionare solo a condizione di essere occulta: un manipolatore che denunciasse se stesso come tale, rivelando a tutti le proprie tecniche e i propri secondi fini, non potrebbe più riuscire nel suo intento. Da parte sua, Socrate, il quale aveva detto esplicitamente a Fedro che mirava a condurlo alla filosofia, (261a) pretende dai sofisti 1 una trasparenza totale, come condizione per riconoscere la loro techne:

Ma quelli di cui hai sentito parlare, che oggi scrivono trattati di arte dei discorsi (techne logon), sono dei furbi e, pur sapendo benissimo dell'anima, lo tengono nascosto; finché dunque non esporranno questa modalità (tropos) a voce e per iscritto, non convinciamoci che abbiano la techne di scrivere! (271c)

La scienza, per essere riconosciuta come tale, ha bisogno della pubblicità e della discussione. Una scienza che nega l'accesso all'informazione su cui si basa, sottraendola al dibattito, non può, semplicemente, essere scienza. Perfino la retorica, quando viene risolta in filosofia, è soggetta a questa condizione.

La techne di scrivere

Abstract

A written text can be organized strategically and can contain the explanation of the goals and the scope of its communication plan. When Socrates says that who is to be a rhetorician must know the various forms of soul, he is explaining the communication plan of the written dialogue Phaedrus: Plato is showing us his scientific communication theory in action.

Fedro chiede qual è questa modalità che i retori dovrebbero esprimere a voce e per iscritto, perché sia riconosciuta loro la techne. Socrate risponde così:

Dire i remata stessi non è agevole; ma voglio parlare di come si deve scrivere, per farlo il più possibile in modo conforme alla techne. (271c)

Perché Socrate dice di voler spiegare solo come si scrive? Se è vero che rema (pl. remata) significa frase, anche nel senso di espressione parlata, per Socrate, in quanto personaggio di un testo scritto, non è possibile propriamente "parlare". E se Fedro non fosse stato una creazione fissata in un testo scritto, ma una persona reale, la sua interazione con Socrate non avrebbe potuto essere facilmente organizzata secondo un piano, al servizio di una strategia retorica rivolta verso l'esterno. Per converso, il fatto che un testo sia scritto rende facile sia usare una strategia comunicativa pianificata, sia esporla. Ed è esattamente quanto fa Socrate, quando afferma che i discorsi devono adattarsi ai vari generi di anime (271e-272a).

In altre parole, Platone suggerisce che un testo scritto si struttura secondo una strategia comunicativa; e che un testo scritto il quale ambisca ad essere scientifico deve rendere esplicita questa strategia. La trasparenza aiuta nell'interpretazione del testo, perché ci dà indicazioni sul suo contesto, sui suoi lettori, e sul loro grado di distanza dalle sue tesi. Come vedremo, gli scritti sopravvivono al loro tempo: tutti i testi che non si sforzano di essere scientifici, cioè di offrire esplicitamente la chiave delle loro strategie comunicative, diventano rapidamente incomprensibili.

Circa due millenni e mezzo si frappongono fra noi e l'epoca cui risale il Fedro; il contesto è radicalmente cambiato - per esempio al lettore odierno occorre spiegare che cosa i Greci intendevano per eros - e tuttavia, se gli scritti di Platone continuano a dire qualcosa a noi e alle generazioni che ci hanno preceduto, è lecito concludere che la sua strategia comunicativa ha funzionato.

Link rilevanti

Giuseppe Cambiano. Platone e le tecniche. Laterza. Roma-Bari. 1991.

Maria Chiara Pievatolo. Anamnesis (Fedro 249b-c).

Platone. Fedro 268a-272d.



[1] Non a caso in 268e-270a Socrate loda, con una sfumatura di ironia, la retorica di Pericle perché, da allievo del filosofo Anassagora, aveva connesso l'arte oratoria con la filosofia - sebbene quella di Anassagora fosse una filosofia naturale e non una filosofia dell'anima. Come nota L. Brisson («L'unité du Phédre de Platon», in L. Rossetti (ed) Understanding the Phaedrus. Preceedings of the II Symposium Platonicum, Sankt Augustin, Akademia Verlag, 1992, pp. 61-76) in questo caso Pericle, altrove criticato, è oggetto di elogio perché la sua retorica non è autonoma, come quella dei sofisti, bensì dipende, proprio come vorrebbe Socrate, dall'ontologia


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